Caserta, detenuto evade dall'ospedale: catturato alla stazione ferroviaria

Era stato accompagnato in ospedale per una visita oculistica ed ha tentato la fuga

caserta detenuto evade dall ospedale catturato alla stazione ferroviaria

La denuncia di Tiziana Guacci, segretario regionale per la Campania del Sappe

Caserta.  

Grave episodio nell’ospedale di Caserta. Un detenuto straniero, 40 anni, del carcere di Carinola era stato accompagnato in ospedale per una visita oculistica ed ha tentato la fuga: è stato però fermato dagli agenti di polizia di servizio, uno dei quali è però rimasto seriamente ferito.

Lo rende noto il sindacato autonomo polizia penitenziaria.

“Il detenuto”, spiega Tiziana Guacci, segretario regionale per la Campania del Sappe, “ha forzato le sbarre della cella durante le fasi di accettazione ed è fuggito, allontanandosi dal nosocomio. Allertati da un passante che lo ha visto prendere un bus, gli uomini della scorta, con l’ausilio di personale delle altre forze di polizia, hanno dunque raggiunto la stazione ferroviaria, dove hanno catturato il fuggitivo".

Guacci denuncia che quanto avvenuto “poteva creare seri problemi alla sicurezza e all’incolumità dei poliziotti, dei detenuti e dei cittadini che in quel momento si trovavano nell’ospedale.

Ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della polizia penitenziaria”. 

Il segretario generale del Sappe Donato Capece denuncia “una volta di più le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano quotidianamente le unità di polizia penitenziaria in servizio nei nuclei traduzioni e piantonamenti dei penitenziari:

Agenti che sono sotto organico, non retribuiti degnamente, con poca formazione e aggiornamento professionale, impiegati in servizi quotidiani ben oltre le 9 ore di servizio, con mezzi di trasporto dei detenuti spessissimo inidonei a circolare per le strade del Paese, fermi nelle officine perché non ci sono soldi per ripararli o con centinaia di migliaia di chilometri già percorsi”.

E denuncia, infine, il quotidiano e sistematico ricorso alle visite mediche in ospedali e centri medici fuori dal carcere, con contestuale massiccio impiego di personale di scorta appartenente alla polizia penitenziaria, per la diffusa presenza di patologie tra i detenuti:

“Dal punto di vista sanitario la situazione delle carceri è semplicemente terrificante: secondo recenti studi di settore è stato accertato che almeno una patologia è presente nel 60-80% dei detenuti. Questo significa che almeno due detenuti su tre sono malati. Tra le malattie più frequenti, proprio quelle infettive, che interessano il 48% dei presenti. A seguire i disturbi psichiatrici (32%), le malattie osteoarticolari (17%), quelle cardiovascolari (16%), problemi metabolici (11%) e dermatologici (10%).

Questo fa capire ancora di più come e quanto è particolarmente stressante il lavoro in carcere per le donne e gli uomini della polizia penitenziaria e dei nuclei traduzioni e piantonamenti che svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici”.