Così i casalesi si sono presi la terra di "Faccia d'Angelo"

50 arresti in Veneto: i clan erano riusciti a sostituire la Mala del Brenta

Casal di Principe.  

C’era Faccia D’Angelo, Felice Maniero da quelle parti: e con loro, con la mala del Brenta, non si scherzava. Oggi si parla casalese anche lì: i clan comandano anche in Veneto, come dimostra l’operazione di questa mattina del G.I.C.O. del nucleo di polizia economico finanziaria di Trieste e della squadra mobile di Venezia. 50 misure cautelari, 47 in carcere, 3 agli arresti domiciliari, per associazione a delinquere di stampo mafiosi e altri reati oltre a provvedimenti di obbligo di dimora o interdittivi.


L’ìoperazione è stata denominata “At Last”, ed ha coinvolto oltre 300 unità di polizia giudiziaria tra il Veneto e la Campania. Le accuse vanno dall’associazione per delinquere di stampo mafioso, usura, estorsione, rapina, ricettazione, riciclaggio e autoriciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita, sottrazione fraudolenta di valori, contraffazione di valuta, traffico di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, intermediazione illecita di manodpera, detenzione illegale di armi, danneggiamenti, incendi, truffe e truffe aggravate ai danni dello Stato, bancarotta fraudolenta, emissione di false fatture.
Organizzazione criminale che si era costituita fin dagli anni 90 secondo la Dda. A capo Luciano Donadio, nato a Giugliano nel 1966 e residente ad Eraclea, Raffaele Buonanno, nato a San Cipriano nel 1959 e domiciliato ad Eraclea e Casal di Principe e Antonio Buonanno, nato a San Cipriano nel 1962 e residente a Casal di Principe, con l’apppoggio di diverse persone in Veneto e in Campania.


La Mala del Brente era stata sostituita grazie alla capacità di penetrazione dei Casalesi che avevano cominciato a infiltrarsi nell’edilizia e nella ristorazione, imponendo poi il pizzo ai gruppi locali sul narcotraffico e sulla prostituzione. Tra gli arrestati anche il sindaco di Eraclea per il reato di scambio politico elettorale nel 2016. In carcere anche il direttore di un istituto di credito. Coinvolto anche un appartenente alla Polizia di Stato accusato di passare informazioni riservate ai casaalesi.