«Basta con Scarface. Casalesi sconfitti. Ha vinto lo Stato»

La Villa simbolo del cartello casertano diventa centro di riabilitazione

Casal di Principe.  

 

di Simonetta Ieppariello

Un messaggio. Un nuovo linguaggio. Un battesimo che segna la nuova stagione di Casal di Principe e del suo popolo. «Da oggi va ribattezzata villa della “Liberazione” e non più villa “Schiavone” o villa “Scarface”». Lo dice Renato Natale, il sindaco di Casal di Principe, medico e persona da sempre impegnata nella lotta alla camorra nella terra dei Casalesi, in quel paese dove intere generazione venivano militarizzate, soffocate e obbligate dal cartello più potente del casertano a piegarsi al crimine.

E’ lo stesso sindaco, che i pentiti raccontano che i boss dei Casalesi volevano morto,  a lanciare un appello accorato alla stampa perché dia voce anche con un linguaggio diverso alla nuova stagione che sta vivendo  Casal di Principe. Esattamente 24 anni fa in quella casa stile Scarface dove si progettava la sua morte torna come padrone di casa Renato Natale e parla di un nuovo corso della storia.

Lo ha fatto nel corso della “festa per la fine dei lavori” in un bene confiscato  a Walterino Schiavone, fratello del capoclan Francesco detto “Sandokan”, che è stato affidato all’Asl e che diventerà nel giro di pochi mesi, un ‘Centro Riabilitativo per la salute mentale’. Chiudere presto e definitivamente una storia antica, troppo lunga come spiega il procuratore antimafia nazionale Franco Roberti.

Una festa che ha visto partecipare numerosi protagonisti della lunga storia giudiziaria legata all’immobile, diventato famoso perché che aveva una scala interna simile a quella immortalata nel film di Brian De Palma, “Scarface”. Quella scala non c’è più. Spazio e luoghi e servizi. mentre i magistrati parlano timidamente si avvicinano donne e bambini, uomini e anziani per varcare quel perimetro rimasto per 23 anni sospeso. Troppi anni per il Procuratore Nazionale dell’Antimafia che ha spiegato: “23 anni trascorsi per tanti nel dubbio che lo Stato vincesse davvero”. 

“Questo bene – ha esordito Gianni Allucci, amministratore delegato del consorzio Agrorinasce, introducendo “la festa” – è stato sequestrato la prima volta nel 1994, anche se nel 2001 è stato assegnato definitivamente al Comune di Casal di Principe”. Ma è stato di nuovo Renato Natale a spiegare e descrivere ritardi e rischi, di una storia lunga che per quelle inspiegabili coincidenze dei destini lo rivede sindaco esattamente quando la villa viene aperta alla comunità, con ruoli e funzioni civili, legali, di grande valore. La villa dei Casalesi uno dei 156 beni dei sei comuni che rientrano nel progetto dell’associazione per essere rifunzionalizzati, vocati al sociale e alla comunità civile. Da luogo di crimine al battezzo di un presente e futuro concreto di legalità.  
"Ci sono voluti 23 anni, troppi, per riconsegnare questa villa alla comunità – ha detto Renato Natale - anni in cui i ritardi burocratici si sono incrociati con la mia storia personale. Quando sono arrivato al comune, nel giugno del 2014,  a rifare il Sindaco dopo 20 anni, mi sono ritrovato un cantiere aperto. Ho dovuto spingere perché si chiudesse. Le persone rischiavano di credere che lo Stato non riuscisse a vincere. Sarebbe stata la sconfitta più grande. Ce l'abbiamo quasi fatta, tra due mesi l'Asl inizierà a lavorare con le persone che hanno problemi, ma nel frattempo organizzeremo eventi perché i cittadini di Casale devono sapere che questo luogo è aperto a tutti". Natale ha poi espresso solidarietà al sindaco del vicino comune di Cesa, Enzo Guida, che nei giorni scorsi ha ricevuto una lettera di minacce in cui gli veniva intimato di smetterla "di parlare di camorra e legalità". «Queste persone non fanno paura. Il sindaco deve essere forte e non farsi intimidire - ha detto Natale -».

“Voglio rendere onore alla città di Casal di Principe – ha esordito il presidente della Giunta Regionale, Vincenzo De Luca, che ha finanziato per 2 milioni di euro la ristrutturazione della villa -. Siete il simbolo della rinascita. Qui ci sono tante persone perbene. Il 99%.  Questo bene restituisce dignità al popolo di Casal di Principe. C'è uno slancio positivo in queste terre», ha spiegato il governatore Vincenzo De Luca che ha anche annunciato il finanziamento di 13 milioni di euro e l'apertura di un centro di compostaggio ai Regi Lagni di Casal di Principe. 

L'opera di ristrutturazione della ex villa di via Tasso ribattezzata «Scarface» - per la celebre scala inquadrata nel film con Al Pacino che Schiavone volle riprodurre a Casal di Principe - è costata 1,2 milioni di euro, gestiti dall'agenzia Agrorinasce  fondi forniti dalla Regione Campania. Cadute le colonne della facciata, l'edificio è stato ristrutturato dalla Seconda Università di Napoli, Luigi Vanvitelli. Oggi era presente alla cerimonia anche il professor Carmine Gambardella del distretto universitario, oltre che il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti e i giudici che, a capo della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nel 1994 hanno per primi sequestrato il bene 23 anni fa. 
"E' un momento storico per Casal di Principe ed è un esempio da poter portare anche a livello nazionale, anche se oltre 20 anni di ritardo dal sequestro della villa al suo recupero alla collettività sono davvero tanti", ha sostenuto il consigliere del Csm, Antonello Ardituro, ex pm della Dda che per anni ha indagato sul clan dei Casalesi. 

 “E’ la terza volta che metto piede in questo luogo – ha detto Franco Roberti, procuratore Nazionale Antimafia -.  Voglio ringraziare
 il Sindaco Natale e il presidente De Luca, che ci hanno dato la misura di un cambiamento in atto. Finalmente qualcuno ha capito che la lotta alla Criminalità organizzata è un problema non solo della magistratura, ma di tutta la società civile e soprattutto della politica. Bisogna lottare, combattere e sconfiggere la camorra metro per metro, uomo per uomo, e riprendere il controllo legale del territorio. Riappropriarsi dei luoghi e del lavoro, dei ruoli e delle competenze senza lasciare margine di possibilità di intervento alla malavita. Qui non bisogna lasciare le cose a metà. Ora la camorra qui è all’angolo. Vanno eliminati e radicalmente. Grazie a chi ha permesso di mettere un punto fine a questi interventi di riassetto e ritorno alla vita di questi luoghi che hanno un significato un valore così importante».