«Salviamo i lavoratori della Jabil». È l’appello lettera aperta del Vescovo di Caserta, monsignor Pietro Lagnese, ai ministri del Lavoro e delle Imprese e del Made in Italy e ai parlamentari casertani.
Nel settembre scorso la multinazionale Jabil ha annunciato il licenziamento dei 190 lavoratori del sito di Marcianise, con l’obiettivo di portare l’organico a 250 unità. Il termine è il 31 gennaio. Da allora è iniziata una lunga e dura vertenza.
L’emergenza lavoro
La perdita di 190 posti di lavoro rappresenta un dramma sociale per Marcianise e il Sud Italia. Inoltre i licenziamenti potrebbero coinvolgere anche lavoratori di aziende collegate al sito di Marcianise. Almeno 400 persone hanno lasciato Jabil successivamente all’ultima acquisizione di Ericsson del 2015. L’azienda, con una lettera del vice-presidente Jabil John Mahaz, in relazione ai 190 licenziamenti, parla di «decisione difficile da prendere, ma necessaria a salvaguardare il sito di Marcianise assicurandone la sostenibilità economica e lavorativa per i 250 dipendenti rimanenti».
«Salviamo i lavoratori della Jabil»
È l’appello lettera aperta del Vescovo di Caserta, monsignor Pietro Lagnese, ai ministri del Lavoro e delle Imprese e del Made in Italy e ai parlamentari casertani.Il vescovo ha incontrato una rappresentanza dei lavoratori e poi ha scritto al governo: «Come Vescovo - scrive- non intendo sostituirmi alle istituzioni preposte ma nello stesso tempo non posso non farmi uno con la vita, la storia, le tristezze e le angosce delle donne e degli uomini affidati alle mie cure pastorali. Ritengo sia necessario un intervento governativo. La lettera termina con un appello affinché «si trovino strade percorribili che possano allontanare lo spettro dei licenziamenti. Mi appello alla vostra sensibilità istituzionale e al senso di carità sociale perché, nello spirito di quanto ci ricorda il Santo Padre che “il lavoro è unzione di dignità!”, nulla resti intentato».