Ancora una estate senza rete idrica in carcere

Il Garante dei detenuti Ciambriello: “Non si perda più tempo!”

ancora una estate senza rete idrica in carcere

Carcere di Santa Maria Capua Vetere, dopo più di tre anni dai finanziamenti regionali, tra l’indifferenza della politica e l’inefficienza dell’amministrazione comunale di Santa Maria Capua Vetere...

Santa Maria Capua Vetere.  

“Dal 1996, anno di costruzione del carcere di Santa Maria Capua Vetere, non è ancora stata realizzato l’allacciamento per la rete idrica. Eppure la Giunta Regionale della Campania, nel 2016 ha stanziato un notevole finanziamento, consegnando tali risorse al comune di Santa Maria Capua Vetere”.

Così denuncia ritardi ed inefficienze amministrative il garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello.
La Regione Campania con delibera della Giunta Regionale 142 / 05.04.2016 ha stanziato, in favore del comune di Santa Maria Capua Vetere per la costruzione di una condotta idrica a servizio della Casa Circondariale, E 2.190.000,00.

Successivamente, su questo tema, la stessa Giunta, il 4.08.2016, ha firmato un protocollo d’intesa col Comune.

Attualmente i detenuti presenti del Carcere di Santa Maria Capua Vetere sono 886, di cui 68 donne nel reparto Senna di alta sicurezza.

Il garante Ciambriello così conclude: “L’approvvigionamento di acqua al carcere è assicurato mediante l’utilizzo di acqua di falda e di un impianto di potabilizzazione spesso mal funzionante, che comporta la fuoriuscita di acqua gialla dai rubinetti, con conseguenti dermatiti e altri problemi di salute per i detenuti.

Ogni giorno due autobotti portano l’acqua per la mensa dei detenuti e degli agenti, da decenni i detenuti usufruiscono gratuitamente dall’amministrazione penitenziaria di due bottiglie d’acqua minerale al giorno.
Ho recentemente scritto, sia a Luglio che ad Agosto, all’amministrazione comunale di Santa Maria Capua Vetere per chiedere notizie sullo stato dei lavori, ancora non attuati dopo tanti anni, ma non ho ricevuto nessuna risposta. Invito la politica nazionale, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e i consiglieri regionali a seguire con attenzione questa criticità che lede i diritti delle persone
diversamente libere.

Accanto alla certezza della pena ci deve essere la qualità della pena, alla persona che sbagli deve essere tolto il diritto alla libertà ma non il diritto alla dignità, alla tutela della salute. Non si perda più tempo!”.