Intensa e commovente è stata la presenza degli Evangelici, che hanno ieri presentato attraverso un concerto e la predicazione dell’evangelo nel carcere sammaritano. Prima della manifestazione, il Pastore Evangelico Cesare Turco Delle Assemblee di Dio in Italia, ha incontrato separatamente due detenuti, in regime d’isolamento. “Il pastore Turco, ha voluto dare un segnale forte a tutti, soprattutto ai detenuti” ha spiegato una educatrice: “E’ stato un momento particolare per tutti – ha raccontato l’educatrice – non solo per i carcerati ma anche per il personale. La visita della GMC onlus che da anni lavora negli istituti di pena, ha avuto un grande valore morale per noi”. “Durante la manifestazione, – ha sottolineato l’educatrice – i cantici e la musica suonata dai sessantuno musicisti Dell’orchestra della Chiesa Evangelica ADI di Napoli Via Carafa, soprattutto le parole pronunciate dal Pastore Evangelica Davide Di Iorio Segretario generale delle Assemblee di Dio in Italia, hanno parlato del grande amore di Dio. Noi oggi ci siamo sentiti parte di quel grande amore. Sono molto commossa per il grande il divino che oggi ho avvertito. E dopo questa visita posso rivelare che ce del vero in quello che è stato predicato”.
La GMC onlus nella persona dell’assistente spirituale e legale rappresentante della stessa la As .Sp. Maria Garofalo, ringrazia la direttrice del carcere di Santa Maria Capua Vetere, la dottoressa Carlotta Giaquinda e tutto il personale connesso. Il Progetto CRISTO VIVE dirà la presidente della GMC, “si pone attualmente nel solco Normativo tracciato dall’art. 27 della Costituzione Italiana che afferma la necessità che la pena tenda alla rieducazione del condannato. Durante l’arco del progetto ossia l’ascolta della predicazione dell’Evangelo e dopo di esso, i detenuti sentono l’esigenza di approfondire i temi trattati con i pastori ministri del culto Evangelici designati nella pastorale carceraria e gli assistenti spirituali, uomini di Dio preparati per trasmettere al recluso la santa Parola di dio che è l’artefice efficace dell’emancipazione del recluso, questi aiutano le loro anime ha confessare il peccato e ad abbandonarlo, lo fanno coinvolgendoli pienamente nel loro processo di personale riabilitazione. Da ciò discende un perfetto inserimento di tale esperienza nell’alveo del sistema istituzionale italiano, improntato alla rieducazione civile e Spirituale ed al futuro reinserimento del detenuto”.