di Simonetta Ieppariello
Il vero segreto di questa storia è l’amore. Quello vero, che tutto vince.
Questa è la storia di Alessia e Michele freschi sposi, innamorati come il primo giorno, dopo undici anni di fidanzamento. Oltre ogni limite, senza mai vacillare nella loro unione. Oltre ogni critica che da ogni parte li ha visti bersaglio, di pregiudizi e pseudo morali di chi vede in una trans una persona diversa.
Di Alessia Cinquegrana avete sentito la storia. Prima trans a sposarsi tra scrosci di applausi e sorrisi, qualche frase offensiva scritta nello sciocco tentativo di rovinarle la festa il giorno delle nozze in comune, ovviamente dai soliti ignoti, e la curiosità di capire come sia donna per lo stato italiano, senza aver effettuato l’intervento di cambio di sesso.
Alessia Cinquegrana, ex miss Trans che ha ottenuto l'attribuzione del sesso femminile e il riconoscimento del nuovo status senza passare per l'intervento chirurgico, si è sposata al Municipio di Aversa con il compagno Michele Picone. Una folla di parenti, curiosi e giornalisti ha prima atteso la coppia davanti al Comune, per poi affollare l'aula consiliare dove si è svolto il rito civile. Assenti il padre naturale di Alessia e i genitori del compagno.
Alessia spiega poi che "le scritte omofobe apparse quella mattina su un muro nei pressi di piazza Municipio non mi toccano. Queste persone sono represse, io invece sono felice di ciò che sono". L'ex Miss trans dice poi che è sua intenzione "adottare una bambina. Ora ho tutti i documenti in regola". Li aiuterà la Madonna dell’Arco, simbolo della straordinaria fede che loro hanno e coltivano con impegno. Fin da ragazzini, quando si conobbero in quell’associazione in cui Alessia, all’epoca il ballerino Giovanni, veniva trattato a volte male da chi in quel ragazzo col corpo e movenze di una femminile adolescente additava il diverso. «Io cercavo sempre di aiutarla, di starle accanto. A volte veniva tratta male. Io già le volevo bene. Erano i tempi delle sue prime trasformazioni, ai miei occhi era già donna. La sua femminilità, le sue movenze sono sempre state uguali, cresciute e maturate nel tempo come altre donne».
Il matrimonio è stato celebrato dal vice-sindaco di Aversa Federica Turco, accompagnata dall'ufficiale di Stato Civile Anna Belluomo.
"Il padre - ha spiegato Filomena Della Vecchia, madre di Alessia, prima di assistere al rito - non ha mai accettato ciò che sentiva mia figlia, io invece l'ho sempre appoggiata". Ad accompagnare Alessia l'attuale marito della madre, Federico Balpasso, che ha visto crescere Alessia tanto da considerarsi un vero e proprio padre.
"Quando alcuni anni fa Alessia ci disse che si sentiva donna e voleva cambiare sesso, accettammo le sue parole senza problemi. L'importante è vederla felice".
Il suo avvocato, Ileana Capurro, presidente dell'Associazione Trans Napoli, spiega "che nessuna norma, nell'ordinamento italiano, vieta ad Alessia di adottare un bimbo. Farà da apripista, come già fatto con il matrimonio, e se ci dovessero dare torto andremo alla Corte Europea".
Ora i due vogliono una bimba. «Ci sono tanti piccoli in orfanatrofio - spiega Michele -. Perchè non adottarne uno. Siamo pronti a diventare genitori. Io sono un piastrellista, lei una talentuosa insegnante di danza e stilista. Vogliamo solo mettere su famiglia e continuare e crescere bene».
Michele ci racconta come Alessia è sempre stata una donna.
«Per questo in base alla legge c’è stato il riconoscimento, senza intervento, ragiona come una donna, si muove come una donna. Si sente ed è una donna.Davvero auguro a tutti di poter coronare il loro sogno ed essere felici come noi. Io amo la persona. Per questo non mi toccano le offese che si sprecano per situazioni come la nostra. Noi siamo innamorati e veri».
Per quanto riguarda il matrimonio di una trans che non ha subito l’intervento chirurgico, in Italia c’è un solo precedente e di «importazione». Nel 2015 la Corte d’Appello di Milano aveva ordinato la trascrizione nei registri del Comune delle nozze celebrate in Argentina tra una giovane transessuale e un ragazzo italiano. «Valide anche se il cambio di genere dal maschile al femminile non è stato accompagnato dalla modifica dei caratteri sessuali, ma solo da una rettifica del documento di identità».