Furno e i suoi fratelli, c’è sempre un po’ di Campania nell’Italrugby che vince

Il sannita protagonista a Murrayfield nel 2015, sette anni dopo ecco i partenopei Fusco e Capuozzo.

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28 febbraio 2015, 19-3-2022. L’incubo è finito! L’Italrugby è tornata alla vittoria dopo sette lunghi anni passati solo a leccarsi le ferite in un Sei Nazioni che non era mai stato così avaro di soddisfazioni. Successi, lontani sette anni, in cui c’è sempre stato un pezzo di Campania.

A Murrayfield, quando l’Italrugby espugnò il tempio scozzese, decisiva fu una meta del sannita, scuola Rugby Benevento, Joshua Furno. Il 22-19 finale sembrava un punto di partenza ma così non è stato. Da quel momento solo delusioni. Sette lunghi anni di sconfitte nel Sei Nazioni cancellate solo sabato 19-3-2022. Protagonista in azzurro ancora una volta il movimento campano che continua a dare giocatori alla Nazionale.

Dopo Furno –37 caps in azzurro per lui- ecco i “fratellini” più piccoli perché al 60’ al Principality Stadium di Cardiff, Kieran Crowley ha messo in campo Alessandro Fusco, mediano di mischia attualmente in forza alle Zebre dopo il passaggio dalle Fiamme Oro del direttore sportivo Claudio Gaudiello, che lo avevano notato nell’Amarori Napoli.

Non solo Fusco però, perché a rappresentare la Campania in azzurro c’è stato anche quell’Ange Capuozzo che ha spaccato in due la partita e contribuito in maniera decisiva al trionfo azzurro. Il nome è chiaramente francese, infatti è nato Le Pont-de-Claix, cittadina dell'Isère alla periferia di Grenoble (città che è magia per l’Italrugby), dove del resto tutto ebbe inizio con l’impresa del 1997, ma ha un cognome chiaramente napoletano.

Dopo la seconda guerra mondiale i nonni paterni dell’eroe azzurro di Cardiff emigrarono in Francia dove Ange è nato, cresciuto e si è innamorato –per fortuna- della palla ovale. Ma con quel cognome e quelle origini quando l’azzurro ha palesato il suo interesse il ragazzo ha risposto subito presente. Una scelta che lo ha immediatamente ripagato e che ha permesso all’Italrugby di uscire da un incubo. Ora si sogna un nuovo inizio per tornare competitivi come lo era quella Nazionale che a Grenoble, dove Ange gioca, mise l’Italia sulla mappa della palla ovale.