Il pugilato italiano è tornato grande. Il periodo di sofferenza sembra essere finito. Dopo il fallimento di portare zero atleti alle Olimpiadi di Tokyo al maschile è arrivato il doppio podio di Mouhiidine e Cavallaro. Due medaglie, la prima d’argento e la seconda di bronzo, che hanno riportato la boxe italiana sul podio mondiale. A commentare i risultati della competizione iridata è stato il presidente D’Ambrosi.
"Dopo aver infranto il risultato negativo dei Giochi olimpici di Rio 2016 – con la storica medaglia di Bronzo di Irma Testa – è la volta dei Campionati mondiali assoluti maschili. A ben otto anni dall’ultima medaglia conquistata, il pugilato italiano è tornato ai vertici del panorama internazionale, vincendo due medaglie, un argento ed un bronzo, con i pugili Abbes Mouhiidine (92 kg.) e Salvatore Cavallaro (75 kg.).
Il pugilato Pro non stato da meno. Il Titolo Europeo di Matteo Signani – conquistato a Roma in un evento celebrato nella splendida cornice del Palazzo dello Sport dell’Eur – ed alcuni degli ultimi Titoli italiani sono testimonianza di un movimento che lentamente sta tornando a crescere anche in termini di qualità.
In tutto l’arco dell’anno, il movimento pugilistico italiano ha mostrato una straordinaria vitalità e dei segni di ripresa molto incoraggianti. Dal mese marzo u.s. ad oggi, sono ben 32 le medaglie (5 Ori, 4 Argenti e 23 Bronzi) conquistate dagli Azzurri nei vari Campionati europei e mondiali, maschili e femminili, di categoria ed assoluti.
Risveglio e vitalità testimoniati anche dallo storico record di società affiliate (1.000) e di tesserati - che hanno ormai abbondantemente oltrepassato la soglia delle 50.000 unità complessive - dalla folta partecipazione di giovani atleti ai Campionati italiani e dallo stupefacente incremento dell’attività pugilistica ordinaria che ha raggiunto numeri mai visti in precedenza (circa 8.000 match dall’inizio dell’anno ed oltre 1.300 eventi, Aob e Pro, organizzati).
Qualcosa sta cambiando e forse qualcosa è già cambiato. Certamente stanno influendo i forti ed innovativi interventi effettuati – dal sottoscritto e dal Consiglio federale - nell’organizzazione delle Rappresentative Azzurre che hanno reso l’ambiente della Nazionale più tranquillo e sicuramente più efficiente e funzionale nei processi gestionali.
La politica di ricerca del talento, con l’introduzione delle nuove formule organizzative dei Campionati italiani, ed i poderosi sostegni contribuitivi forniti alle società affiliate hanno reso certamente più dinamica l’attività pugilistica e la sua promozione sul territorio.
Adesso però è necessario predicare umiltà e tenere ben saldi i piedi a terra poiché se la direzione intrapresa verso la rinascita del pugilato, sembra essere quella giusta di certo la strada è ancora in salita ed irta di difficoltà.
Non possiamo e non dobbiamo dimenticarci che l’obiettivo non è quello di raggiungere episodici e sporadici risultati ma di riportare stabilmente la nobile arte italiana ai vertici del panorama internazionale Aob e Pro.
L’obiettivo ambizioso è creare un sistema vincente che sforni, con regolari cadenze periodiche, giovani talenti proiettati a divenire, nel prossimo futuro, affermati campioni la cui immagine riempia nuovamente palestre e palazzetti italiani come fu nei passati anni.
Per il conseguimento di tale obiettivo, la Federazione avrà bisogno dei suoi alleati più preziosi: società e tecnici la vera spina dorsale del movimento pugilistico italiano. I laboratori artigianali dove si fonde il metallo aureo che splende sul ring: i pugili.
Colgo l'occasione per ringraziare il Presidente del Comitato regionale lombardo - l'amico Massimo Bugada - per aver accettato l'impegno di organizzare i Campionati europei junior che dovrebbero svolgersi, proprio in Lombardia, nel prossimo mese di luglio.
Sono fiducioso ed ottimista. Non più distratto da menestrelli e pifferai, il grande popolo del pugilato è finalmente coeso verso un unico traguardo: vincere, uniti, le sfide del futuro. Lavorare sui giovani, questo sarà il nostro mantra perché la forza di un albero non è nella chioma di arbusti ma nella sua radice."