I turisti come limoni da spremere: un boom gestito male

In Campania prezzi alle stelle. Un modo “intelligente” per far scappare i turisti. Definitivamente

Altrove, soprattutto all'estero, prezzi concorrenziali. Senza contare la cortesia, che non c'è. E il mare, spesso inquinato. Si pensa solo a spennare i visitatori. Come fosse l'ultima occasione...

di Luciano Trapanese

La strategia del turismo campano è semplice: spremere i limoni. E i limoni in questione sono, naturalmente, i turisti. Ne sono arrivati tanti. Un boom. Alimentato, come sapete bene, dal particolare quadro internazionale. Tante mete – fino a qualche anno fa gettonatissime – sono diventate impraticabili per motivi di sicurezza. Il campo si è ristretto. E in quel campo ristretto, la Campania ha riconquistato una sua centralità.

Una casualità, dunque. Non un merito. Un fatto contingente, non la conseguenza di una intelligente politica di sviluppo del settore. Anzi. E rispetto a questa casualità, la risposta quasi unanime di chi occupa di turismo è stata: approfittiamo di questa occasione e intaschiamo il più possibile.

Ora, possiamo anche capire certi prezzi in mete prestigiose (tipo Capri, Positano, Amalfi...), ma altrove, laddove i visitatori non sono necessariamente ricchi, ma rappresentano una massa alle prese con una crisi economica che non vuole finire? Ebbene, in quei posti, l'aumento spropositato dei prezzi, è una scelta da cicale. Una scelta che non tiene presente nessuna prospettiva. Una scelta che a medio termine si trasformerà in un inevitabile boomerang. Anche perché, nel frattempo, altre perle del Mediterraneo (o pensiamo davvero di essere unici?), in Spagna, Grecia o Croazia si offrono a costi molto più accessibili.

E non solo. Il turismo è un'impresa complessa. Che presuppone l'attiva partecipazione di tutti, e non solo di chi gestisce delle strutture. Dal parcheggiatore, al barista, al cittadino che fornisce una indicazione. Si viene valutati anche per questo. E noi – al di là delle immagini da cartolina sulla simpatia dei campani (?) -, non brilliamo per cortesia. Il turista non viene vissuto come una risorsa (da conservare e coccolare), ma un fastidio. Uno che ci toglie spazio e che dovrebbe quasi ringraziarci perché lo ospitiamo nelle nostre zone. Non si tratta solo di infrastrutture, dunque, la questione è più seria (le infrastrutture si possono sempre realizzare). E se non viene affrontata, rischia di rendere tutti i progetti che il governatore De Luca sbandiera dal giorno della sua proclamazione («la Campania capitale mondiale del turismo»), in carta straccia. Ma soprattutto, rende questa congiuntura un fatto episodico, con la conseguente fuga in massa di chi ci aveva dato credito un'altra volta (nessuno ha dimenticato la crisi devastante degli anni scorsi).

Costi concorrenziali, cortesia diffusa, strutture adeguate e ultimo, ma non ultimo (anzi), una difesa strenua, collettiva e continua dell'ambiente. Anche perché, già quest'anno, gli sventurati turisti – in molte località – oltre a farsi spennare sono stati costretti a fare il bagno in un mare indecente.