Reddito a tutti i poveri. Scherzavano: non c'è un euro...

E' stato il cavallo di battaglia di De Magistris, da esportare anche in altre realtà.

Ma alla prova dei fatti non ha retto. Tutto rinviato. Niente 600 euro al mese alle famiglie indigenti. Manca addirittura uno studio...

di Luciano Trapanese

Il reddito di cittadinanza è stato uno dei cavalli di battaglia di Luigi De Magistris. Un punto di forza del sindaco rivoluzionario. Sulla questione ha anche convinto tanti elettori Cinque Stelle che su quel provvedimento poggiano una parte rilevante del loro programma politico.

Seicento euro al mese ai nuclei familiari in difficoltà. Non molto, ma abbastanza per dare ossigeno a chi si trova in situazioni di indigenza ed è alla disperata ricerca di un lavoro.

Ma il reddito di cittadinanza non ha retto alla prova dei conti. E' stato per ora congelato, almeno fino al prossimo anno. Motivo? Non ci sono i fondi necessari. In cassa solo 5 milioni da destinare alla fasce deboli. Gli altri soldi dovrebbero arrivare facendo pagare più tasse anche ai nuclei familiari a basso reddito. L'opposizione ha sintetizzato (con una certa efficacia): si toglie ai poveri per dare ai poveri. In pratica: siamo lontani dall'equità sociale e dalla redistribuzione dei redditi. Anche questi sono due argomenti nodali per il De Magistris più politico, quello che ha aderito a «Città ribelli», il movimento dell'ex ministro delle finanze greco, Yari Varoufakis. Due argomenti, due obiettivi, molto lontani dall'essere raggiunti.

Dalla politica degli annunci a quelle delle cose concrete il passo è lungo. A volte troppo. E si rischia di cadere in palesi contraddizioni. Dietrofront clamorosi. E che gli elettori non perdonano.

Oltre ai prevedibili attacchi del Pd, è infatti arrivata anche la dura presa di posizione di Matteo Brambilla, candidato sindaco dei Cinque Stelle, che pure aveva apprezzato molte voci del programma proposto De Magistris, a partire proprio dal reddito di cittadinanza: «Era stato detto che c’erano le coperture per farlo. Che non era un’elemosina, ma un progetto politico per affrontare un problema di questa citta?. Oggi si scopre che non ci sono le coperture e che una parte sara? garantita dall’innalzamento delle tasse. Qualcuno della stessa maggioranza dice che si andranno a colpire i poveri per combattere la poverta?».

Per quest'anno, assicura l'amministrazione, partirà uno studio sui nuclei indigenti della città. Ma come? Si promette, si assicura, si costruisce su un'intera campagna elettorale, per poi scoprire che su quella proposta non è stato fatto neppure uno studio di fattibilità? Come dire: chiacchiere.

Certe promesse vanno fatte solo se c'è la certezza di mantenerle. Costruire vittorie elettorali su provvedimenti inattuabili serve solo a screditare ancor di più la politica e il suo ruolo. Se a farlo è un sindaco come De Magistris, che ha concretizzato la sua ascesa proprio nel nome di quell'antipolitica (intesa come risposta al partitismo in macerie), è ancora più grave.

Per ora se ne riparla nel 2017 e dopo lo studio sulla povertà a Napoli. I dubbi sulla sostenibilità del reddito di cittadinanza restano tutti. E sono difficili da sciogliere. A meno che “Giggino” non abbia un asso nella manica. In tal caso, tanto di cappello. Il sindaco avrebbe mantenuto la promessa. E dato una sberla a quanti ora urlano al «bluff di De Magistris». Ma fino ad allora...