Basta con la superficialità

Quando votava l’80% degli elettori, c’era partecipazione, serietà e riflessioni

basta con la superficialita

Avevo 26 anni,quando fui nominato assessore del Comune di Rotondi. Per curiosità, decisi di consultare le delibere dei consigli e degli esecutivi  dei decenni  precedenti.  Fu una grande lezione di sociologia rurale, oltre a farmi capire che per risolvere i problemi ci vogliono prima le proposte e poi i soldi. Adesso, leggo e ascolto  riferimenti a Leggi, a Decreti e a riforme legislative, mai a progetti, vedi Pnrr.  Spesso faccio il confronto tra il comportamento del popolo degli anni ’60 e quello di adesso.

Allora votava l’80% degli elettori, c’era partecipazione, serietà e riflessioni, mentre adesso, vedi Sardegna, c’è inflazione di  candidati,ma alle urne va appena il 50%  degli elettori.  Il popolo sembra solo in attesa di occasioni per marciare e per apparire difensore o nemico di qualcuno. Non si accorge, che più passeggia, più bandiere alza e più si aggravano le situazioni. Non capisce che l’arma per costruire la pace e i rapporti tra Stati è la diplomazia, senza trascurare  le ragioni profonde e storiche  dei  popoli.

Amin Maalouf  ha pubblicato “Il labirinto degli smarriti” per  dimostrare che “il mondo non sa dove andare” . Se ci sono 59 conflitti, se attraversare  il Canale di Suez è diventato pericoloso e Cristiani vengono uccisi da integralisti islamici, vuol dire che  negli ultimi anni  sono riemerse le storiche differenze culturali, sociologiche e religiose. Il popolo, robot, ripete senza capire.  Che Palestina  e Israele devono rispettare la condizione di “Due popoli, due Stati”, è una cosa ovvia. L’obiettivo non si raggiunge, partendo con un attentato, ma con la diplomazia, cosa che sosteniamo da quando Craxi, da Segretario dell’Internazionale Socialista,  si batteva per questa soluzione (anni ’80).

Maggiore confusione e demagogia avvertiamo quando ci soffermiamo sulle cose italiane. Se analizziamo le infinite dichiarazioni sull’Autonomia Differenziata, notiamo contraddizioni storiche, politiche ed economiche. Ricordiamo ai distratti che  la divisione dell’Italia in Regioni la vollero i partiti della Costituente. I socialisti manifestarono perplessità, tanto che Nenni  disse che “si stava dividendo  l’Italia in pillole”. Gli fu risposto che le Regioni costituivano “Elemento fondamentale dello Stato”.

Con l’istituzione di Regioni a Statuto Speciale  fu creata una disparità.  La cosa  che non digerisco è vedere e sentire meridionali, che hanno avuto potere legislativo, amministrativo e politico, dare la colpa ai settentrionali  per le disastrose  condizioni del Sud,che stanno diventando causa di altri peggioramenti. Dall’Unità d’Italia, la classe politica meridionale, tranne alcune eccezioni, invece di impegnarsi a valorizzare le risorse del territorio, aspettava terremoti ed epidemie per poter assaltare i milioni dello Stato. 

Dopo il terremoto ’80, in Irpinia arrivarono oltre 50 miliardi,che dovevano servire alla ricostruzione e allo sviluppo , come consigliavano  Rossi-Doria e  i socialisti ( ero Segretario Provinciale del PSI). Invece, furono utilizzati per speculazioni  edilizie e intrallazzi con industriali del Nord. Le nostre proposte furono boicottate, soprattutto dal PCI, che diventò agenzia della Lega delle Cooperative. Proposi di aiutare  la Banca Popolare Irpina a crescere e  utilizzarla per creare una Società di Assicurazione.

Tutte i borbonici  restarono sordi. Per me, l’autonomia differenziata è una sfida. I meridionali la devono accettare e devono smetterla di comportarsi da mendicanti, in attesa di feste , farina e forche.