Da quando è stata proposta l’Autonomia differenziata, è iniziata la gara ad apparire difensori del Mezzogiorno. Convegni, dichiarazioni di rappresentanti di Partito, di amministratori e sindacalisti per presentare il Sud come vittima del Nord e per chiedere fondi, dei quali non è chiara la destinazione. Non si conoscono idee o proposte finalizzate a valorizzare le risorse del Meridione. Nessuno parla di recuperare le terre incolte, di organizzare le risorse artistiche-culturali, di creare cooperative agricole per far restare il PIL prodotto dal settore nelle mani dei suoi produttori, di impossessarsi delle attività bancarie, finanziarie e assicurative, ecc.
Ci si lamenta che nostri laureati abbandonano il Sud, senza capire che ciò non deriva solo da ragioni economiche, ma anche dalla scarsa qualità della vita sociale e culturale nei nostri territori. I parolai meridionali, figli della cultura borbonica e Vaticana, dimostrano di non conoscere le cause profonde dell’immobilismo dl Mezzogiorno. Non a caso, considerano Pino Aprile una risorsa meridionale, con i suoi libri distributori di veleno anti settentrione. Cerchiamo di mettere un poco di ordine. La storia economica insegna che , a differenza del Nord, dove la proprietà terriera apparteneva alla borghesia, al Sud la proprietà apparteneva ai Nobili e alla Chiesa.
La borghesia tendeva a sviluppare e a moderizzare l’agricoltura, mentre i proprietari meridionali si accontentavano del “Fitto dei parzunari”. Inoltre, mentre al Nord, a metà ‘800, i socialisti costituivano cooperative, casse di Mutualità, Casse Rurali , a Sud dovette arrivare Rossi-Doria ,1968, per dire che “ i territori, che non valorizzano le loro risorse, non usciranno dal sottosviluppo” .
La differenza tra la classi politiche fece il resto: al Sud, tranne qualche eccezione (Sullo), parolai con la cultura della “magna Grecia”, mentre al Nord creatori, vedi Cavour, di iniziative sociali ed economiche. I tromboni Gramsciani contribuirono a deviare la politica verso la demagogia e diventarono idioti collaboratori di Organizzazioni, tipo Lega delle Cooperative e Assicurazioni Unipol. Ricordiamo la voracità della Lega, concorrente degli Ipermercati, e dell’Unipol, che non fecero nascere, a Sud, iniziative in importantissimi settori economici.
Nel 1972, grazie all’impegno di Rossi-Doria, furono istituite le Comunità Montane, un strumento di programmazione e sviluppo delle zone collinari e montane. In Irpinia, ce ne sono ben 5. Sono passati 50 anni e non si vede nessun risultato. In Irpinia, abbiamo il Parco del Partenio e quello del Laceno, che producono solo parole. E gli Enti, come ASI, Distretti industriali, Distretti turistici, Gal e Piani di Zona? Hanno consumato risorse, senza partorire proposte serie. Cosa dire del fallimento dei Patti Territoriali e degli Attrattori turistici? Nella Valle Caudina, zona fertilissima, l’ASI rubò all’agricoltura oltre 40 Ha di terreno, per uno sporco affare. Fui anche minacciato,per essermi schierato contrario. Inoltre, di chi è la colpa, se su 98 Fondazioni Bancarie, al Sud ce ne sono solo 8 e se al Nord c’è una Farmacia Comunale ogni 29.000 abitanti, mentre al Sud se ne conta una ogni 179.000 abitanti?
Come mai, molte Amministrazioni comunali affidano la gestione dei servizi ad imprese del Nord? Potrei continuare con esempi ,per dimostrare che responsabili delle cattive condizioni del Meridione sono le sue classi dirigenti, che si sn succedute dall’unificazione dell’Italia. Quindi, basta con l’invocare e iniziamo a proporre e a creare.