Dopo le dimissioni del Presidente della Commissione Regionale per il Congresso della Campania Franco Roberti, Elly Schlein ha chiesto ad Antonio Misiani di assumere l'incarico dinuovo Commissario del PD regionale della Campania.
Per l'altro delicato fascicolo, quello di Caserta, dove l’anagrafe degli iscritti e delle iscritte della Federazione non è stata certificata e approvata dai vertici Dem, il Nazareno ha deciso di nominare la ex segretaria Cgil oggi senatrice Susanna Camusso quale commissaria della federazione in Terra di Lavoro. Le proposte di commissariamento della Segretaria Nazionale sono state votate dalla Commissione nazionale di garanzia.
Dunque a due settimane dalla sua elezione, Elly Schlein mette mano al Dossier Campania inviando da Roma due commissari. Le chiavi della segreteria regionale affidate al senatore Antonio Misiani, bergamasco, che già in settimana sarà a Napoli. salta dunque l'incarico per Rosetta D'Amelio, nome deluchiano su cui c'era stata l'intesa di tutte le anime dem.
Misiani conosce Napoli per aver contribuito, su incarico dell’ex segretario Enrico Letta, a scrivere la norma per salvare il capoluogo partenopeo dal dissesto, quella norma fortemente voluta in campagna elettorale da Gaetano Manfredi.
De Luca? «Io spero che tutti diano il loro contributo al partito- sono le prime parole di Misiani che ammette - la Campania è un banco di prova fondamentale. In questa regione si è parlato troppo di cose negative che hanno oscurato il lavoro di tanti militanti. È una terra in cui il Pd è forza di governo in Regione e a Napoli. Può e deve essere riferimento per tante energie che in questi anni sono rimaste alla finestra. Il mio obiettivo è arrivare in te pi ragionevoli al congresso regionale, per far ripartire il Pd campano».
In assemblea venerdì scorso Marco Sarracino era stato chiaro: "Il partito qui deve sintonizzarsi sulla linea politica emersa alle primarie, sciogliendo alcuni nodi politici. Sulle riforme istituzionali dall’abolizione del secondo turno alle Comunali ai terzi mandati, dobbiamo avere la stessa posizione da Venezia a Palermo, passando per la Campania".
Ma in tanti all'interno del partito - a partire da Stefano Bonaccini - frenano. La questione del terzo mandato investe non solo De Luca ma anche decine di amministratori in tutta Italia. Il ragionamento che in queste ore si sta facendo nel Pd è questo: se De Luca ha stravinto per due volte evidentemente i cittadini lo hanno apprezzato. Inutile e dannoso personalizzare e andare a farsi la guerra alla vigilia delle amministrative, a tre anni dal voto per le regionali.