Manganelli sugli studenti della Sapienza, De Magistris: torsione autoritaria

"A 100 anni dalla marcia su Roma sono immagini che non vorremmo mai più vedere"

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“Il Ministro dell’Interno fa bene a dire che l’uso della forza per chi detiene il potere della forza deve essere l’ultima opzione. Ma all’interno dell’Università, nel luogo dei giovani e della loro effervescenza, l’uso dei manganelli contro chi contesta un’iniziativa politica di estrema destra dentro un luogo in cui si dovrebbero insegnare i valori dell’antifascismo, è un’immagine che non vorremmo mai più vedere e non invece un’opzione possibile se non probabile. “ afferma Luigi de Magistris 
“Così come c’è un pericolo concreto di torsione autoritaria e di svuotamento dei principi costituzionali da parte di chi detiene il potere, c’è anche un pericolo di infiltrazione nei luoghi del dissenso. Non accetteremo però mai la criminalizzazione del dissenso perché non ci piace un Paese senza conflitto sociale.” prosegue il portavoce di Unione popolare 
“ Quando non vedrò più giovani contestare chi non prende le distanze nette da ogni pratica neofascista, ricordiamolo oggi a 100 anni dalla marcia su Roma di Mussolini, mi comincerò a preoccupare.” conclude de Magistris. 

gli scontri alla Sapienza durante una conferenza organizzata dalla destra 

Il 25 ottobre scorso all’Università Sapienza di Roma, gli studenti sono stati caricati dalla polizia. I giovani protestavano pacificamente contro una conferenza sul “capitalismo buono” promossa da Azione Universitaria, alla quale erano invitati il giornalista Daniele Capezzone e Fabio Roscani, deputato di Fratelli d'Italia. Gli organizzatori della conferenza avevano escluso l’opportunità del contraddittorio. Per questo motivo studenti e studentesse hanno iniziato un presidio di protesta, sfociato nella carica della polizia avvenuta all’interno della Città Universitaria nel giardino antistante la facoltà di Scienze politiche.