«Il funzionamento degli incarichi elettivi e dei sistemi di rappresentanza popolare riguardano le regole basilari di una società davvero democratica. A partire dalla nostra Costituzione, non a caso elaborata con il concorso plurale delle migliori tradizioni culturali e politiche del nostro Paese. Per questo, dovrebbe essere un dato acquisito che sul tema delle regole non hanno senso visioni di parte, faziosità e contrapposizioni pregiudiziali. E, sempre per questo, nessuno può accampare riserve e poteri esclusivi su futuribili riforme senza il coinvolgimento di tutte le principali forze politiche che siedono in Parlamento». A dirlo è Annarita Patriarca, capogruppo di Forza Italia nel consiglio regionale della Campania.
«Il particolare e recente attivismo di una parte del Pd campano sul tema del vincolo dei due mandati per i presidenti di Regione sembra sfuggire, però, a questa elementare regola di base. In primis, quando si parla di regole generali, occorre sgomberare il campo da qualsiasi riferimento ad personam. Le regole vanno oltre la contingenza politica e di rappresentanza del momento. E non possono essere ridotte solo al livello istituzionale del governo regionale. Questo argomento riguarda anche i sindaci, soggetti anch’essi al vincolo del secondo mandato. Quindi ogni modifica del quadro normativo impatta ampiamente sulla vita politico-amministrativa dei territori».
«Fa sicuramente pensare la circostanza che tale arrembante dibattito sembra animarsi soltanto entro il perimetro della politica regionale campana, come se il resto d'Italia facesse storia a sé e non ci si dovesse preoccupare di avviare una riflessione generale e valoriale sulle regole del gioco democratico che valgano per tutto il Paese».
«Non dev'esserci alcuna preclusione ideologica sulla rimozione o meno dei due mandati per sindaci e presidenti di Regione e siamo disponibili ad avviare una riflessione nell'interesse primario dei cittadini e del buon funzionamento delle istituzioni. Ma è necessario fermamente evitare che la delicatissima materia della rappresentanza popolare venga trascinata nel corpo a corpo politico-elettorale e nella battaglia delle contese correntizie perché si tratta di principi che sono superiori a qualsiasi profitto di parte. Quindi, fino a che la questione rimane un regolamento di conti interno al Pd, o a cui si intende dare legittimazione considerando quali unici interlocutori del dibattito politico Pd e M5s, noi ci chiamiamo fuori da questo teatrino delle parti».
«Qualora poi si volesse realmente discutere di riforma delle regole per le elezioni di sindaci e presidenti di Regione saremo pronti, come sempre, a dare il nostro contributo per addivenire ad una scelta che sia la migliore possibile nell’interesse generale della democrazia partecipata. Fondamentale, in ogni caso, è dare sempre rilievo decisivo alla parola degli elettori».