Elezione Capo dello Stato, la Campania sceglie i delegati. Ma quanto contano?

Martedi 11 gennaio si scelgono i delegati. Uno sarà sicuramente il presidente De Luca

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Ma come questa volta i 58 delegati delle regioni potrebbero rivelarsi determinanti per scegliere il successore di Mattarella

È l’ora dei delegati regionali. Il 24 gennaio si terrà la prima votazione per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Insieme ai deputati e ai senatori, alle elezioni parteciperanno anche 58 delegati regionali, che saranno nominati in questi giorni dalle regioni (per ora, soltanto l’Abruzzo ha già nominato i propri rappresentanti).

Il Consiglio Regionale della Campania, presieduto da Gennaro Oliviero, si riunirà martedì 11 gennaio 2022 alle ore 10,30 per eleggere i tre delegati della Campania. 

Sui 1.009 “grandi elettori” – ossia quelli che partecipano alla votazione del capo dello Stato – il ruolo dei 58 grandi elettori può sembrare marginale ma in realtà, mai come in questa occasione il ruolo del delegato regionale può avere un suo peso, soprattutto se non c’è ampia convergenza verso il nome di un candidato.

E' prassi consolidata che ciascun Consiglio regionale elegga come propri delegati il presidente della Giunta regionale (ossia il presidente di Regione), il presidente del Consiglio regionale e un consigliere dell’opposizione, mentre la Valle d’Aosta elegge solo il presidente della Giunta regionale.

Tuttavia, nel corso del tempo si è più volte discusso sulla possibilità che i Consigli regionali possano nominare altri amministratori locali, come per esempio il sindaco della città capoluogo. La Costituzione non prevede che i delegati siano per forza membri del Consiglio o della Giunta regionale. A novembre scorso la proposta di nominare alcuni sindaci tra i delegati regionali è stata rilanciata dal sindaco di Bari Antonio Decaro (Pd), presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci).

Ciascun Consiglio regionale può decidere che sistema adottare per eleggere i propri rappresentanti, anche se di solito vale il metodo per cui un consigliere regionale esprime una sola preferenza per il nome di un delegato. 

I 58 delegati regionali corrispondono a circa il 6 per cento dei 1.009 “grandi elettori” del prossimo presidente della Repubblica. Di questi, 32 rappresenteranno molto probabilmente partiti del centrodestra (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia), che governano in 13 regioni e sono all’opposizione in cinque. Per quanto riguarda invece il centrosinistra “allargato”, considerando anche il M5s, i delegati dovrebbero essere 25: dieci dalle cinque regioni dove governa, quattordici in cui è all’opposizione, più l’unico delegato della Val d’Aosta.

 

Nel 2015, durante l’elezione di Sergio Mattarella, i rapporti di forza tra i delegati regionali erano invertiti. All’epoca il centrosinistra aveva avuto 34 delegati, mentre il centrodestra 22. I due rimanenti delegati rappresentavano il Movimento 5 stelle – all’epoca non ancora alleato del centrosinistra – e il delegato dell’Union Valdôtaine, che due anni prima aveva vinto elezioni regionali sia contro il centrodestra che contro il centrosinistra.

Visto che il capo dello Stato è eletto a scrutinio segreto, è difficile stabilire quanto saranno determinati nei fatti i loro voti. Tuttavia, non è da sottovalutare il loro peso a partire dalla quarta votazione, quando cambia la soglia dei voti che servono per eleggere il successore di Mattarella.