Tra coprifuoco e blocchi, si allarga il fronte interventista

Le Regioni aumentano le restrizioni, l’Italia chiusa a macchia di leopardo

tra coprifuoco e blocchi si allarga il fronte interventista

Il coprifuoco diventa sempre più una realtà su gran parte del territorio nazionale. In accoro con il governo nazionale le Regioni si preparano a varare nuove misure restrittive della mobilità, questa volta, a differenza di marzo, strano mirate e riguarderanno solo alcuni territori. 

Dopo la Lombardia anche la Campania ha annunciato "il blocco di tutte attività e della mobilità ogni giorno, dalle 23 alle 5, a partire da venerdì”. 

Sono stati anche annunciate limitazioni agli spostamenti tra le province. Chi infatti dovrà spostarsi anche all’interno della campania tra le 5 province dovrà munirsi di autocertificazione per lavoro, sanità, scuola o socio-assistenza. 

Si allarga il fronte delle regioni che vogliono assumere decisioni più dure. Il Piemonte ha chiuso nel fine settimana i centri commerciali e ha introdotto l'obbligo per le scuole superiori, escluse le prime classi, di seguire la didattica digitale a distanza per almeno il 50% dei giorni, in alternanza con la presenza in aula. 

Stesse misure sono state adottate dalla Liguria, che ha varato anche il divieto di assembramento. 

A crescere dunque oltre ai contagi sono anche i provvedimenti che aumentano di giorno in giorno. I casi positivi su scala nazionale sono tornati a salire, oggi si contano infatti ti 10.874 i nuovi contagi, a fronte di oltre 144mila tamponi effettuati, le vittime di oggi sono 89,, numero più alto da maggio. 

Le misure continuano ad essere preso in ordine sparso su tutto il territorio nazionale anche se c’è un coordinamento centrale che sembra razionalizzare la situazione in maniera migliore rispetto a marzo. 

Il governo, infatti, ora raccorda gli interventi restrittivi territoriali, così come ha sottolineato lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: "La strategia diversa" di questa seconda fase del contagio da Covid "si giova anche di un sistema di monitoraggio molto sofisticato - spiega - si stanno definendo misure restrittive ma localizzate. Dobbiamo entrare nella prospettiva che possono essere disposte a livello territoriale da presidenti di Regione e sindaci laddove la situazione critica diventi particolarmente preoccupante". 

Per il premier ora bisogna, "come sta accadendo, mantenere un coordinamento nazionale, costante dialogo e collaborazione in particolare con il ministro della Salute".

I governatori inatnto chiedono il consenso del ministro della Salute, Roberto Speranza, così da “tutelarsi” per continuare a prendere misure restrittive come il coprifuoco o la chiusura di zone rosse. 

Il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, in isolamento fiduciario, dopo che la moglie, l’ex-ministro De Girolamo è risultata positiva al Covid-19, ha sentito al telefono quasi tutti i presidenti di regione esprimendo loro il pieno sostegno del governo. L’obiettivo resta “tutelare al massimo lavoro e scuola, ma intervenire territorialmente dove ci sono criticità”. 

L’allarme più preoccupante viene dalla Campania, lanciato dal vice presidente dell'Ordine dei medici di Napoli il qual ha sottolineato che "le notizie che arrivano dagli ospedali mi preoccupano molto. Per questo è bene dircelo fuori dai denti, la Campania è malata. Napoli è malata". 

Forse anche per questo il presidente della Giunta Regionale della Campania, Vincenzo De Luca, è corso ai ripari sancendo un coprifuoco che replica l’ordinanza della Regione Lombardia. Lo stesso governatore ha però fatto un mezzo passo indietro sulla scuola, autorizzando da lunedì la ripresa delle attività in presenza per le elementari, lasciando però chiuse medie e superiori. 

In più De Luca ha tenuto un colloquio con il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, dal quale è riuscito ad ottenere  l'invio immediato di cento militari a supporto dei controlli sul territorio e per il rispetto delle ordinanze anti-Covid. 

La limitazione del spostamenti tra province in Campania potrebbe anche risolvere la polemica scattata tra sindaci e governo sulla chiusura di strade e piazze delle movida. 

In attesa dell'incontro nelle prossime ore tra le città metropolitane e il Viminale - ora al centro della mediazione con gli Enti Locali - è stata inviata ai Prefetti una circolare del capo di Gabinetto, Bruno Frattasi, che fornisce alcune indicazioni sui profili attuativi del Dpcm sulle misure anti-covid. Tra queste, anche la possibilità di prevedere "una chiusura parziale delle strade o delle piazze, restringendo, cioè, l'accesso senza interdirlo totalmente, con il contingentamento degli ingressi", ovvero accessi 'a numero chiuso'. 

I sindaci dovranno informare con "adeguati mezzi comunicativi", sia le associazioni di categoria, sia la cittadinanza interessata, della chiusura di piazze e vie a rischio assembramento. Ci saranno margini di flessibilità sul rispetto degli orari e per i controlli, se necessario, è previsto anche l'ausilio dell'esercito.

Il sistema decentrato italiano è ancora una volta alla prova e, visto il turbinio normativo nel quale ci siamo ritrovati in pochi giorni, sembra ancora più fragile e scricchiolante di qualche mese fa.