Il giorno in cui De Luca si candidò a premier

Un programma di Governo e mazzate per tutti nell'ultimo appuntamento in diretta Facebook

il giorno in cui de luca si candido a premier

Il solitamente sonnacchioso venerdì post-prandiale campano, preludio di week end negli ultimi tempi altrettanto e ulteriormente sonnacchiosi era stato rotto dalle consuete dirette Facebook del governatore De Luca.
Pranzi leggeri per evitare deleteri abiocchi, pc collegati alle tv per godere al meglio delle prodezze verbali del presidente: parole affinate e intrecciate tra di loro come armi mortali o mortalmente comiche per abbattere avversari e nemici.


E De Luca ha effettivamente regalato perle dai “cavalli di Frisia” ai “lanciafiamme” branditi contro eventuali trasgressori, fino ad oggi: quando si è candidato premier.
Eh sì, perché dopo aver replicato a Salvini con una gamma di definizioni tra il “Neanderthal”, l' “equino” , il “somaro” e il “cafone” il governatore ha messo giù un vero e proprio programma di Governo, o di governatorato del Sud, che già è una diminutio rispetto a chi sui social lo ha già eletto, peraltro democraticamente, governatore del mondo.


E dunque dal piano per il lavoro, 300mila assunzioni di giovani, alle aree fiscali detassate per generare appunto lavoro e ricchezza, all'obbligo per le grandi aziende di investire il 35 per cento delle risorse al sud, alla riforma del codice dell'appalti, alle modifiche delle procedure del ministero dell'Ambiente fino alla riforma del codice penale con l'eliminazione del reato di abuso d'ufficio: è un vero e proprio programma di Governo, quello che De Luca ha lanciato nella diretta di oggi.
“Piccoli suggerimenti” li ha definiti, facendo leva sulla “mancanza di bravi amministratori” contro la sovrabbondanza di statisti...che però producono efficaci risposte ai misteri della transustanziazione di Cristo ma non effetti pratici che migliorino la vita dei cittadini.
Una bordata non solo per i suoi avversari politici, Salvini definito “Neanderthal” e la Meloni “Vispa Teresa”, ma pure per quelli del suo partito e degli alleati di Governo ( “i farisei”), impegnati negli Stati Generali.


Ha tutta l'aria di una candidatura a Premier dunque, con una falla però: il voto degli juventini. Ha definito la loro squadra imbarazzante e inguardabile: difficilmente otterrà il loro appoggio, e gli juventini si sa, nel paese sono tanti...ma molti napoletani hanno perdonato a Salvini le offese degli anni addietro, magari De Luca pensa possa accadere lo stesso.