Eolico, rischiamo di perdere 3.2 gw al 2032

Colpa del mancato rinnovo del parco eolico

Lo studio “Il rinnovamento del parco eolico italiano” evidenzia come «la tecnologia invecchia presto e le centrali rinfrescate con nuovi dispositivi potrebbero donare all’Italia molta più energia verde con zero impatto. Se decidesse di produrre in maniera più efficiente, al 2030 il nostro Paese potrebbe disporre di 7,9 GW di potenza eolica in più, solo aumentando la capacità dei vecchi impianti esistenti». Secondo l’analisi realizzata del team di ricerca Althesys «solo attraverso un programma di revamping delle wind farm, si potrebbero raggiungere gli obiettivi per l’eolico di medio-lungo periodo (16,8 GW al 2030). Un’operazione di questo tipo consentirebbe inoltre di ottimizzare la produzione dei siti già operativi e ormai integrati nel territorio. Ad oggi in Italia circa 2.000 MW di capacità eolica installata hanno superato i dieci anni di vita (363 MW hanno più di 15 anni e 1.639 MW più di 10). Si tratta di impianti di solito posizionati in aree a particolare vocazione eolica, ma con  tecnologie ormai obsolete che non permettono di valorizzare adeguatamente la risorsa vento disponibile». Lo studio ipotizza per il 2030 un potenziale da rinnovamento di 7,9 GW, corrispondente ad una potenza netta installata di 4,5 GW. Tra i benefici derivanti dall’operazione anche la possibilità di risparmio sui costi di incentivazione, valutati in 270 milioni di euro. I vantaggi  più consistenti si avrebbero dalla riduzione del PUN – il prezzo dell’elettricità in Borsa – fino a 1,3 miliardi di euro/anno, grazie a un maggior ricorso all’eolico nel mix energetico, e nell’indotto, per 450 milioni/anno. Interessanti anche i dati che riguardano l’occupazione: si potrebbero creare  7.340 nuovi posti di lavoro. Lo studio fa notare che «Decidere di non rinnovare il parco eolico avrebbe invece una serie di conseguenze negative, prima tra tutte la perdita di produzione degli impianti, che vanno verso il fine vita. Il mantenimento della situazione attuale porterebbe infatti al progressivo smantellamento degli impianti stimabili in 3,2 GW al 2032».

Redazione