Le Città di Pompei e Nola riscoprono il comune denominatore delle loro origini: San Paolino. In virtù di questa riscoperta i sindaci Ferdinando Uliano e Geremia Biancardi hanno deciso di stringere un “Patto di Amicizia” tra le Città che amministrano. L’amicizia è stata suggellata questa mattina nella cappella di San Paolino – nella suggestiva cornice del sito archeologico – alla presenza dell’arcivescovo di Pompei, monsignor Tommaso Caputo, e dell’arcivescovo di Nola, monsignor Beniamino Depalma, che hanno letto i versi di San Paolino, e del direttore generale della Soprintendenza, professor Massimo Osanna, che ha illustrato i riferimenti storici tra Pompei e Nola.
Una relazione privilegiata connotata da un passato carico di storia e ricchezza culturale. Pompei e Nola che si raffrontano e si uniscono in una posizione territoriale fra le più feconde al mondo. Si hanno notizie storiche che linee commerciali di transumanza esistevano fin dai tempi antichi fra Nola e Pompei, e che da una delle porte dell’antica città di Pompei, denominata “Porta Nola”, partiva una imponente strada di collegamento con la città bruniana. Un consolidato contatto tra le due città trova un’ulteriore conferma a seguito dell’episodio, narrato da Tacito, della squalifica dell’Anfiteatro di Pompei, avvenuta nel '59 dopo Cristo. Fu allora che i giochi dei gladiatori si trasferirono da Pompei a Nola, come testimoniano i graffiti pubblicitari di Porta Nocera e le diverse iscrizioni rinvenute nell’antica città che annunciano la realizzazione di spettacoli nell’Anfiteatro nolano.
Ulteriore punto di contatto tra le due città consiste nel fatto che, in tempi diversi, hanno subito la feroce devastazione di una eruzione vulcanica che ha consentito la conservazione di preziose testimonianze del passato: a Nola l’eruzione delle pomici di Avellino (1860 – 1640 avanti Cristo) ha restituito reperti unici al mondo di un villaggio dell’età del bronzo antico; a Pompei l’eruzione del '79 dopo Cristo ha restituito una importantissima testimonianza della civiltà romana.
Il punto di maggiore contatto tra le due città è, però, dato dalla figura di San Paolino da Nola: a lui è dedicata la “Festa dei Gigli”, lui è patrono degli scavi di Pompei. Sia l’evento nolano che il sito archeologico si pongono sotto l’egida dell’Unesco, quali Patrimonio dell’Umanità. La figura di San Paolino negli scavi di Pompei non è casuale. La Città di Pompei fino al 1894 rientrava nella Diocesi di Nola che ha come patrono proprio il santo di Bordeaux. La collocazione della cappella di San Paolino nella zona di Porta Stabia induce a pensare che la cappella sorga in direzione, e dunque in ricordo, dell’approdo del Santo allo scoglio di Rovigliano a seguito della prigionia dei barbari: episodio che dà origine alla “Festa dei Gigli”.
Alla luce di tutti questi punti in comune, le Città di Pompei e Nola rappresentano delle unicità di realtà cittadine ricche di arte e di storia, dalla cui sinergia potrebbero nascere interessanti opportunità di sviluppo dell’intera area. Il “Patto di Amicizia”, oltre a sviluppare strette relazioni politiche, economiche e culturali, consente di mettere in campo dei progetti congiunti su scala nazionale ed internazionale, la promozione di ogni tipo di relazione sociale ed economica, la progettazione di eventi culturali ad elevato impatto mediatico quali l’istituzione di itinerari multiepoca tra i siti che hanno subito l’azione distruttiva del Vesuvio.
Faro