Ci sono forze innovative nella politica mondiale. Volti che fanno sognare, che esprimono la forza, la freschezza e la genuinità dei sogni. C’è una politica ancora capace di far sognare e il volto che esprime di più questa nuova condizione del sogno è, senza dubbio, quello della giovane Alexadria Ocasio-Cortez. Donna che con la sua storia e la sua forza comunicativa ha sbaragliato il capo democratico e ribaltato equilibri ormai stantii. Vinse a sorpresa nel 2018 le primarie democratiche per il seggio di New York contro un democratico di ferro Joseph Crowley e poi vinse anche le elezioni con un motto che ha riaperto una strada al socialismo anche negli States “loro hanno i soldi, noi le persone”. Oggi la deputata newyorchese è il peggior incubo di Donald Trump e se i democratici avessero avuto un po’ più di coraggio avrebbero puntato su di lei per la sfida delle presidenziali di novembre prossimo.
Ocasio pochi giorni fa è stata offesa dal deputato della Florida Ted Yoho davanti alla stampa fuori dal Congresso americano. Il rappresentate repubblicano ha inveito contro la donna chiamandola “fottuta puttana”. Negli USA in politica, prima di tutto, vanno salvate le apparenze e dopo questa orrenda azione di violenza il deputato ha provato a rimediare con delle scuse pubbliche dicendo di essere anche padre di due figlie.
La risposta di Alexadria è stata superlativa e senza accettare le scuse ha sottolineato di essere una donna delle working class e affermadno quanto siano ormai inaccettabili comportamenti di questo genere. Il video del suo discorso al congresso è diventato virale ed è tra i più visualizzati sulla rete. Le sue parole aprono uno squarcio sul silenzio che per troppo tempo è calato su un sistema di disumanizzaizone della donna.
Mi voglio rivolgere a tutti i colleghi, di tutti gli schieramenti che in questi giorni mi hanno espresso la loro vicinanza dopo l’incedete accudito qualche giorno fa in questa settimana. Circa due giorni fa stavo camminando sulle scale di Capitol Hill, mentre entro concentrata sui miei pensieri, e il rappresentante Ted Yoho mi ha puntato il dito in faccia e mi ha chiamato “disgustosa”, “pazza” e mi ha chiamato “pericolosa” e dopo ha fatto qualche passo, io ho detto che era un maleducato e lui mi ha detto “esatto sono un maleducato”. Io ho continuato a camminare e sono entrata lì dove mi hanno mandato i cittadini perché combattessi e perché posano essere certi di avere un tetto sulla loro testa e badare alla loro famiglia e avere una vita dignitosa. Sono tornato fuori e c’erano dei reporters. Davanti ai microfoni c’era Yoho che mi ha chiamata “fottuta puttana”. Queste sono le parole che Yoho ha utilizzato contro una donna del congresso. Una donna del congresso che non rappresenta solo il distretto di New York, ma tutte le donne di questo Paese perché tutti noi dobbiamo fare i conti con questo in alcuni forme, in alcune condizioni, in alcuni modi e alcuni punti nelle nostre vite. Queste parole di Yoho non colpiscono solo me. Perché io sono parte della classe lavoratrice di questo Paese, io ho pulito i tavoli nei ristoranti, ho preso la metro, ho camminato nelle strade di New York City e questo tipo di linguaggio non è nuovo. Ho incontrato le parole di mister Yoho e uomini come Yoho mentre lavoravo nei ristoranti, ho incontrato uomini nei bar che usavano lo stesso linguaggio del signor Yoho e ho incontrato lo stesso linguaggio nella metro di New York. Questa non è una novità e questo è il problema. Il signor Yoho non era solo, stava camminando spalla a spalla con il rappresentante Roger Willims e quello che dobbiamo iniziare a capire è che questo non è un problema singolo, non è un incidente. È un problema culturale, un problema di impunità, di accettazione della violenza e del linguaggio violento contro le donne nell’intera struttura di potere che supporta questo. Perché questo atteggiamento sta diventano tipico dai membri repubblicani del congresso non solo in questa assemblea, ma il Presidente degli USA l’anno scorso mi ha detto di “andare a casa” in un altro Paese, con l’implicazione che non sarei americana. Il governatore della Florida, il govertaroe Dos Santos, prima che io fossi eletta, mi ha detto “che diamine è questo”. Il linguaggio maschilista non è una novità. Quello che stiamo vedendo è che quello che sta accadendo sta avvenendo con schema. Questo è uno schema che tenta a sminuire le donne.
Quindi non sono offesa da piccoli commenti che si fanno, o agli insulti, io continuo pensando che è solo un altro giorno. Ma ieri Yoho ha deciso di venire al congresso per porgere le sue le scuse per il suo atteggiamento, ma questo non posso accettalo, non posso lasciar perdere, non posso accettare che una vittima di abusi verbali possa vedere questo, vedere queste scuse e non posso accettare che il nostro congresso accetti queste scuse, accettare il silenzio come forma di accettazione. Per questo oggi parlo.
Non ho bisogno che l’onorevole Yoho si scusi con me. Chiaramente non vuole farlo, chiaramente quando ha avuto l’occasione non l’ha fatto e io non mi aspetto alcuna sua da un uomo che non ha rimorsi nell’utilizzo di un linguaggio di abuso nei confronti di una donna. Ciò che non posso accettare è che si usi una donna, una moglie o una figlia come scusa per giustificare i propri comportamenti.
Yoho ha affermato di avere una moglie e due figlie. Ho due anni meno della figlia più giovane del signor Yoho. Anch'io sono la figlia di qualcuno. Mio padre, per fortuna, non è vivo per vedere come il signor Yoho ha trattato sua figlia. Mia madre ha visto in tv la mancanza di rispetto manifestata dal signor Yoho in questo palazzo. E sono qui perché devo mostrare ai miei genitori che sono loro figlia e che non mi hanno cresciuta affinché accettassi abusi dagli uomini.
Io sono qui per alzarmi e dire che questo non è accettabile.
Ora sono qui per dire che quest’arma che mister Yoho ha tentato di usare contro di me non è solo contro di me, ma è ciò che può accadere a qualsiasi donna. Mister Yoho ha dato la possibilità ad altri uomini di fare lo stesso alle sue figlie. Lui ha usato quel linguaggio davanti alla stampa e ha dato dunque il permesso di usare quel linguaggio contro sua moglie, contro le sue figlie e contro le donne della sua comunità.
Ciò che crede è che avere una figlia non rende un uomo perbene. Avere una moglie non rende un uomo perbene. Trattare le persone con dignità e rispetto rende un uomo perbene.
E quando un uomo perbene sbaglia, come tutti noi siamo tenuti a fare, fa del suo meglio e si scusa. Non per salvare la faccia, non per guadagnare un voto. Si scusa sinceramente per riparare e riconoscere il danno fatto, in modo che tutti possiamo andare avanti.
In fine ciò che voglio esprime a mister Yoho è gratitudine. Voglio ringraziarlo per aver mostrato al mondo che puoi essere un uomo di potere e attaccare una donna, puoi avere una figlia e attaccare una donna lo stesso, puoi essere sposato e attaccare una donna, puoi fare foto e venderti come un uomo di famiglia e attaccare una donna senza rimorsi e con la sicurezza dell’impunità.
Succede tutti i giorni in questo Paese, succede qui al Congresso, succede quando l’individuo che siede nel uffici più alto della nostra nazione ammette di odiare le donne.