Prince aveva ricevuto la notizia sei mesi fa. La sua sieropositività era diventata Aids conclamato. E aveva deciso di curarsi con la preghiera, come raccomandato dai Testimoni di Geova dei quali faceva parte.
E' il National Enquirer, in queste ore, a pubblicare la notizia choc. Lo racconta attraverso un'intervista a un manager dell'industria discografica che vuole restare anonimo. Il principe del pop “si stava preparando a morire. Era in cattive condizioni” afferma la fonte, che il 19 aprile scorso ha inviato agli amici un post nel quale spiegava quel che sei mesi fa i medici avevano sentenziato. "I dottori gli avevano detto che il suo emocromo era insolitamente basso e che la sua temperatura corporea era scesa pericolosamente- racconta il discografico- aveva una gravissima carenza di ferro, era molto debole e spesso disorientato. Mangiava di rado e quando lo faceva non riusciva a trattenere il cibo”.
Prince era stato dichiarato sieropositivo negli anni ’90. "Dio può curarmi e mi guarirà " sembra dicesse agli amici più stretti. Ma le sue condizioni, negli ultimi tempi, erano peggiorate in modo repentino. Perdita di peso, colorito giallastro, punta delle dita bluastra. Il decesso è avvenuto 5 giorni dopo che il suo jet privato è stato costretto a un atterraggio di emergenza “in seguito a una overdose di antidolorifici”. E nelle ultime ore, prima di essere trovato morto nell’ascensore di casa, era stato visto andare ripetutamente in una farmacia locale con fasci di prescrizioni. La notizia della malattia arriva dopo che il quotidiano britannico Daily Mirror ha raccontato di come Prince fosse stato costretto a tornare sulle scene per rimpinguare le sue finanze. Le spese del cantante sembra superassero ampiamente gli introiti. Nonostante il valore della sua musica sfiori i 2 miliardi di euro, Prince “era cronicamente in bolletta”, soprattutto negli ultimi anni. Ha pagato la scelta, spiegano gli amici più stretti, di non aver mai accettato che le sue canzoni, la sua musica, fossero usate nelle colonne sonore di film o in trasmissioni tv. I diritti gli avrebbero portato enormi guadagni, ma lui si è sempre rifiutato “di vendere la sua arte”. “E’ sempre rimasto fedele alla convinzione che i suoi lavori dovessero restare di sua proprietà- ha spiegato la sorella, Tyka Nelson, all'Enquirer- “che la sua musica non fosse in vendita”.
Redazione Av