"Apprezzamento UE per Progetto Pompei. Via seconda fase"

La nota del sottosegretario Antimo Cesaro

"Pompei, oggi, è il simbolo dell’Italia che si rimbocca le maniche e che porta a compimento gli impegni presi davanti alla comunità internazionale. Non sono così lontani i giorni in cui, purtroppo anche in maniera eccessivamente strumentale, questa area archeologica finiva sui giornali di tutto il mondo per il degrado e per i crolli. Ora la stessa opinione pubblica  riconosce invece all’Italia la capacità di ideare e portare a compimento un progetto ambizioso come il Grande Progetto Pompei. Senza troppi squilli di tromba è stato fatto un lavoro di squadra, importante ed accurato. Questo traguardo, sono certo, sarà un forte stimolo per vincere le altre sfide che attendono il nostro patrimonio culturale". Così il Sottosegretario ai beni culturali e al turismo Antimo Cesaro quest'oggi ha accolto Charlina Vitcheva, Christopher Todd e Lucio Paderi, Delegati della Commissione Europea, insieme al Soprintendente Massimo Osanna e al Direttore Generale Luigi Curatoli, dando simbolicamente il via alla seconda fase del Grande Progetto Pompei già ratificata lo scorso mese dalla stessa Commissione. Erano presenti anche il Prefetto Gabriella Tramonti e Dora Di Francesco, Autorità di Gestione PON Cultura e Sviluppo. "La visita odierna conferma l'apprezzamento dell'Europa alla nostra scelta di suddividere in fasi il GPP per il suo completamento -ha spiegato Cesaro- e riconosce l’importante lavoro fin qui realizzato e la necessità di garantirne la prosecuzione nel rispetto dei tempi e della qualità degli interventi previsti. Per questa seconda fase, che terminerà a dicembre 2018, potremo contare su 65 milioni di euro per mettere in sicurezza i restanti 28 ettari di area archeologica che si sommano ai 16 già completati nella prima fase. Quanto realizzato finora a Pompei -ha concluso Cesaro- non solo ha permesso di riportare in vita l’area archeologica con il recupero di fruibilità aggiuntiva per una superfice di circa 12.500 mq e la riapertura di 6 domus ma ha anche contribuito significativamente a migliorare la reputazione del nostro Paese in merito alla capacità di aver cura del proprio patrimonio culturale, di saperlo valorizzare e di operare nella più completa legalità e nel rispetto delle tempistica previste".

Redazione