Legambiente, attraverso il dossier Civico 5.0, ha messo in luce le sfide e le criticità legate agli investimenti per la rigenerazione urbana in Campania, con particolare attenzione ai fondi europei e nazionali erogati a partire dagli anni 2000. Nonostante i consistenti finanziamenti previsti – 2,8 miliardi di euro entro il 2030 – la difficoltà nel reperire dati, la loro frammentazione e la mancanza di indicatori chiari di risultato hanno spesso reso complesso monitorare l’efficacia dei progetti.
Tra i finanziamenti più significativi, quelli del Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR) destinati alla rigenerazione urbana, che ammontano a oltre 950 milioni di euro entro la fine del 2023, sono stati ripartiti principalmente nella Provincia di Napoli, con 661 milioni di euro. Tuttavia, emerge che questi fondi sono stati distribuiti senza una gerarchia precisa di priorità territoriali, concentrandosi maggiormente sulle aree costiere e lasciando irrisolte molte criticità nelle aree interne.
Legambiente sottolinea che, nonostante l'intento di favorire uno sviluppo policentrico, con città medie più solide e capaci di contrastare il degrado sociale, gli investimenti non sempre hanno centrato l’obiettivo. Molti progetti hanno riguardato interventi specifici come la riqualificazione di singole piazze, parcheggi o edifici pubblici, senza un’integrazione coerente con le strategie più ampie promosse da UN-Habitat per un approccio inclusivo e sostenibile.
Inoltre, uno degli aspetti più critici emersi dal dossier riguarda la scarsa attenzione agli interventi di efficientamento energetico e di protezione ambientale. Solo il 7,8% degli investimenti è stato destinato a interventi di manutenzione straordinaria con efficientamento energetico, mentre una percentuale ancora più bassa è andata alla mobilità sostenibile e alla valorizzazione dell’ambiente.
Nonostante queste difficoltà, alcuni progetti di rigenerazione urbana avviati a Napoli – come ReStart Scampia, Taverna del Ferro a San Giovanni a Teduccio e il Nuovo Eco-quartiere di Ponticelli – sono stati citati da Legambiente come esempi virtuosi. Questi interventi mirano a unire la riqualificazione edilizia con quella sociale ed economica, coinvolgendo attivamente gli abitanti e migliorando la qualità della vita delle periferie.
Infine, Legambiente ha stilato una serie di proposte con 10 obiettivi chiave per la rigenerazione urbana in Campania, auspicando che la partecipazione dei cittadini diventi un pilastro delle future politiche pubbliche per garantire una crescita socio-economica sostenibile e il contrasto ai cambiamenti climatici.