"I professionisti dell’assistenza e in particolar modo gli infermieri, con le proprie competenze, sono in grado di gestire sempre più elevate responsabilità e rivestono un ruolo sempre più autonomo nell’ambito delle equipe sanitarie.
Ma oltre alla formazione, al percorso di studi, alla esperienza maturata sul campo e alla solida cultura di base, sono in grado di garantire, nel rapporto quotidiano con i pazienti, un'empatia e una carica di umanità che per determinate patologie si rivela fondamentale in chiave di guarigione."
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up alla vigilia della 24esima giornata nazionale del sollievo.
"Eliminare il dolore è un bisogno umano primario. Non si tratta soltanto di affrancarsi dal dolore, di toglierlo. Trovare sollievo significa sentirsi persona valorizzata e degna di essere confortata non sentendo più la sofferenza o avendone soltanto in misura sopportabile ed in quantità accettabile. Morire da uomo è morire possibilmente senza dolore, in un ambiente decoroso e non in mezzo ad estranei.
Nell’ambito di un percorso così delicato, la figura dei professionisti dell’assistenza, sempre più specializzati, si rivela fondamentale ed indispensabile, nell’ambito delle strutture sanitarie pubbliche, nel mondo delle Rsa e in quella sanità territoriale che la Missione Salute del Pnrr doverosamente deve rilanciare».
L’infermiere rappresenta la figura professionale che trascorre la maggior parte del tempo con il paziente. Possiede le competenze per gestire al meglio il percorso di cura delineato dal medico, può intervenire nei momenti di emergenza per salvare una vita, nell’ambito delle malattie croniche e soprattutto nel caso dei pazienti in fin di vita è in grado di coordinare attività medico-scientifiche finalizzate a garantire sollievo e minori sofferenze al paziente, senza dimenticare quanto l’approccio umano si possa rivelare fondamentale nei frangenti più drammatici, non solo per il malato ma anche per la famiglia.
In questa organizzazione gli infermieri sono essenziali: nell’assistenza domiciliare, su una media di 25 ore di assistenza per paziente terminale nel 2022, secondo gli ultimi dati pubblicati dal ministero della Salute, 17 sono svolte dagli infermieri che sono anche quelli più presenti a fianco degli assistiti come numero di accessi per caso (quasi 20 contro una media di 6-7 degli altri operatori).
Ma gli infermieri, che mancano in assoluto nel panorama nazionale, sono ancora meno nel settore delle cure palliative: secondo l’ultima rilevazione di marzo 2024 della Società Italiana di Cure Palliative (SICP, di cui fanno parte medici e infermieri), sono attivi in questo tipo di assistenza circa 1.500 professionisti, mentre di infermieri ne servirebbero almeno 4.550: una carenza di 3.050 unità. E nei 230 hospice presenti in Italia, ne mancano circa 600.
La politica sanitaria ha il dovere di gestire nel miglior modo possibile il sistema di cure palliative del paziente che ne necessita, mettendo nella condizione il professionista sanitario per agire al meglio delle proprie competenze, creando sistemi ad hoc, organizzazione, strutture specializzate, formazione, ricerca, fornendo gli strumenti necessari per attuare le cure (tecnologia, farmaci, approccio al digitale, telemedicina).
Il sollievo del dolore è un dovere che va garantito da un efficiente sistema sanitario e l’infermiere rappresenta la chiave di volta per espletare al meglio questo delicatissimo incarico" - conclude De Palma.