Riprenderà giovedì prossimo, presso la commissione agricoltura della camera, la discussione sulla proposta di legge presentata dal deputato leghista Bruzzone.
L'appello della Federazione Nazionale Pro Natura rivolto al Governo:
"Si tratta di un ennesimo, totalmente ingiustificato e gravissimo regalo alle Associazioni venatorie, cui sarebbe consentito di ampliare ulteriormente un’attività già oggi in grado di arrecare pesanti e irreversibili danni all’ambiente naturale. Ad esempio, la stagione di caccia verrebbe prolungata, venendo così a coincidere con la stagione riproduttiva degli uccelli, con danni incalcolabili alle loro popolazioni.
Particolarmente grave la norma che prevede la possibilità di realizzare allevamenti per la produzione di richiami vivi: una partica brutale e che di fatto apre la strada all’abbattimento soprattutto di piccoli uccelli, spesso anche protetti a livello
comunitario.
A tale proposito ricordiamo come siano numerose le procedure di infrazione intentate dall’Unione Europea nei confronti del nostro Paese.
Sarebbero aboliti i giorni di silenzio venatorio, di modo la cacciare sarà consentita sette giorni su sette. Inoltre, verrebbero “annacquate” le sanzioni, prevedendo ad esempio la sospensione dell'attività venatoria in caso di gravi violazioni non più alla replica del reato, ma solo dopo reiterate ripetizioni.
Il parere dell'Ispra (la massima autorità scientifica nazionale in materia di fauna selvatica) potrebbe essere
sostituito da quello di non meglio definiti Istituti faunistici regionali che darebbero minori garanzie di
rigore scientifico, ma che sarebbero certamente più “influenzabili” dal potere politico.
In questi ultimi tempi la caccia è stata oggetto di forti critiche a causa dei numerosi incidenti verificatisi
durante l’attività venatoria e per il comportamento spesso prevaricatorio dei cacciatori nei confronti dei
cittadini che lamentavano i rischi per la propria incolumità dovuti ad un’attività venatoria condotta in
spregio alle norme. In queste condizioni ci sembrerebbe più opportuno prevedere limiti all’attività
venatoria piuttosto che ulteriori allargamenti."
La Federazione Nazionale Pro Natura, certa di interpretare la volontà della maggioranza della popolazione, intende esprimere vive preoccupazioni sull’impatto di tale proposta nei confronti della fauna selvatica, bene collettivo già sottoposto ad una ampia serie di problematiche e spesso in pessimo stato di conservazione. Ne chiede pertanto il ritiro o comunque la non approvazione.