La tecnologia ad mRNA come atteso, dopo avere permesso di affrontare la pandemia con due vaccini, ora porterà ai pazienti farmaci per il trattamento di molte altre malattie. La lotta al colesterolo ora puo' contare su uno di questi e due iniezioni sottocutanee l'anno hanno dimostrato di dimezzare i livelli in due terzi dei pazienti prevenendo la progressione delle malattie cardiovascolari. Lo dimostra uno studio multicentrico italiano coordinato da Pasquale Perrone Filardi, presidente SIC e direttore della scuola di specializzazione in malattie dell'apparato cardiovascolare dell'Università Federico II di Napoli, presentato oggi in occasione dell'84esimo Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia (SIC).
L'indagine, condotta in 30 centri italiani dal gruppo di ricerca, ha coinvolto 311 pazienti seguiti in ambulatorio per un anno, a cui è stata somministrata la prima dose del nuovo farmaco, in aggiunta alla terapia orale standard. "I pazienti hanno presentano una riduzione media dei livelli del colesterolo del 55% che si è mantenuta stabile fino all'ultima osservazione a 10 mesi - sottolinea Perrone Filardi - con una aderenza record del 100% spiegabile sostanzialmente con la scarsa quantità di effetti collaterali rispetto alle statine e una modalità di somministrazione meno impegnativa, con due iniezioni sottocutanee l'anno anziché una pillola al giorno".
Il colesterolo cattivo in Italia è causa di circa 50mila decessi l'anno, con una spesa sanitaria che arriva a 16 miliardi per costi diretti e indiretti. Fino al 50% degli individui abbandona la terapia tradizionale con le statine a un anno dalla prescrizione e la maggioranza degli over 50 presenta valori molto al di sopra di quelli consigliati. Un farmaco che prevede sue sole somministrazioni permette quindi di fare fronte al grave problema della mancanza di continuità nella terapia. Ma oggi il colesterolo si può battere sul tempo anche grazie all'uso precoce di due nuovi farmaci anti-PCSK9 che si aggiungono all'armamentario fino ad ora a disposizione. Secondo i risultati preliminari dello studio AT-Target-IT, possono ridurre l'incidenza di successivi eventi cardiovascolari, rendendo ancora più efficace la terapia e riducendo di circa il 70% i livelli di colesterolo.
"Nei pazienti che assumevano pcsk9i si evidenziava una sostanziale riduzione ad un anno dei maggiori eventi cardiovascolari proporzionale al grado di abbassamento del colesterolo LDL. Dunque un primo dato dal mondo reale della fattibilità ed efficacia del nuovo paradigma di 'colpire forte e colpire presto' proposto dalle linee guida nei pazienti con infarto", conclude Perrone Filardi.