"Sebbene il nostro Esecutivo dichiari di voler intraprendere un approccio inclusivo e di sostegno nei confronti delle fonti rinnovabili, strumento imprescindibile per il raggiungimento dei nostri obietti di decarbonizzazione e salvaguardia climatica, sulla carta non sembra poi così convinto, in conflitto peraltro con quanto richiede la stessa maggioranza fra i banchi del Parlamento".
Infatti, se da un lato la sensibilità alla tematica ambientale e climatica sembra essere nell’agenda di alcuni parlamentari che attraverso una mozione impegnano il Governo a indirizzare le proprie forze in sostegno del clima, dall’altro il Governo è indeciso sul da farsi. Il Consiglio dei Ministri ha approvato nella giornata di ieri il testo del nuovo DL Energia che istituisce un fondo per Regioni e Province Autonome con 350 milioni l’anno fino al 2032 per spingere la realizzazione di impianti rinnovabili in aree idonee, finanziato in parte dagli stessi operatori del settore, non considerando il rischio di un arresto degli investimenti causato dall’eccessivo carico di costi per la realizzazione degli impianti.
Inoltre nella Legge di Bilancio 2024 attualmente all’esame di Palazzo Madama, il Governo ha introdotto una norma all’art.23 comma 5 che, modificando il Testo Unico delle imposte sui redditi, potrebbe avere un forte impatto sullo sviluppo di impianti rinnovabili. Sembrerebbe infatti applicare una sorta di “patrimoniale” sulle rinnovabili prevedendo che i proprietari di terreni che cedono in affitto l'uso della superficie per l'installazione di impianti eolici e fotovoltaici paghino le tasse su quel reddito.
Ci chiediamo dunque, alla luce delle tante dichiarazioni in favore delle rinnovabili come si inquadrino nel disegno politico del Governo queste disposizioni contradditorie e che rischiano di bloccare nuovamente lo sviluppo delle FER.