"Sui mesi del dopo covid dobbiamo ancora accertare molte cose, partendo dal fatto che nel post covid ci sono conseguenze cardiache e ricordando che 23 milioni di italiani hanno avuto la malattia". Così l'infettivologo Massimo Galli nel convegno a Napoli sul "Long covid" avviato dalla Farmaceutici Damor. Secondo uno studio britannico, nei 5 mesi dopo aver avuto il covid ha subito complicazioni cardiache il 4,8% dei reduci dalla malattia, un triplo di quanto avviene senza covid.
Un tema su cui lavora Massimo Volpe, in prima linea durante i due anni dell'esplosione della pandemia, "il covid non è in fase acuta oggi ma è sotto osservazione. Oggi parliamo di long covid osservando le patologie concomitanti al covid o preesistenti che si riacutizzano. Serve su questo una presa di coscienza: la scienza dà un grande contributo ma la grande risposta è in campo del territorio attraverso i medici e le Asl". Una territorialità su cui si concentra anche l'assessore alla sanità del Comune di Napoli Vincenzo Santagada: " La situazione è tranquilla - dice - ma bisogna continuare a vaccinarsi e usare dispositivi di protezione anche se non obbligatori. Ora entriamo nella fase dell'influenza e si suggerisce ai pazienti cronici e over 60 di fare anche il vaccino antinfluenzale, per prevenire condizioni difficili in soggetti fragili".
Percorsi da tenere ancora d'occhio, come sottolinea Galli: "Dopo la Spagnola un secolo fa ci fu anche la sindrome di dimenticarsene. In Italia ci sono varie forze che tendono a togliere la memoria, mentre noi abbiamo molto ancora da capire sul long covid e fare in modo che in Italia non si dimentichi la malattia e si resti organizzati per evitare la rimanifestazione".