E fu così che il pluralismo informativo diventò a rischio. Eh già: è apprezzabile la nota di Ciampi, ex sindaco di Avellino e consigliere regionale in quota Movimento Cinque Stelle, che interviene appunto, a difesa del pluralismo informativo e delle piccole emittenti, alla vigilia della transizione tecnologica del settore.
Materia complessissima insomma dove la certezza era appunto la necessità di una riorganizzazione.
Ciampi si preoccupa dei piccoli centri, delle aree meno popolose, dei posti di lavoro a rischio e delle esigenze e garanzie di pluralismo.
Tutto giusto, come dire il contrario d'altronde?
Ecco: come dire il contrario? Dicendo esattamente il contrario: come nel caso della battaglia del Movimento Cinque Stelle, partito di Ciampi, per l'abolizione del fondo per il sostegno all'Editoria.
Ottanta milioni di euro, poco più. Spiccioli in rapporto al bilancio dello Stato che però servivano e servono, esattamente a fare quello che oggi Ciampi si propone di difendere: il diritto alla rappresentanza dei piccoli centri, delle aree meno popolose, la tutela di posti di lavoro e garantire il pluralismo.
E invece era diventata una bandiera ideologica del Movimento contro la “Kasta”, esultava Ciampi nel febbraio 2014: “Presentata alla Camera la nostra Proposta di Legge "Disposizioni volte alla abolizione del finanziamento pubblico all'editoria".
Anzi, la VOSTRA proposta di legge. Per la prima volta nella storia infatti, sono stati gli stessi cittadini a scrivere i dettagli di una legge che viene presentata in Parlamento”.
E ricordava nel 2015 che a copertura di un'altra bandiera ideologica, il reddito di cittadinanza, c'era l'abolizione dell'odioso contributo: “EDITORIA
Estinzione del fondo straordinario sostegno all'editoria su cui ci sono, nel 2015, circa 28 milioni di euro. Eliminazione di ogni contributo pubblico all'editoria
€ 51.000.000”. Contributi che dovevano essere davvero aboliti , come votato in manovra 2019: (una manovra che toglieva soldi ai giornali, ma prevedeva contributi per le edicole... ) generando un unico e inevitabile risultato: far chiudere i piccoli giornali, in particolare quelli che raccontano le aree meno popolose privando quelle aree del diritto alla rappresentanza, bruciare migliaia di posti di lavoro e dare un colpo fortissimo al pluralismo, semplicemente.
I propositi di ieri che diventano l'esatto contrario di quelli di oggi dunque... perché, come diceva Eleanor Roosvelt “Ieri è storia. Domani è mistero. Oggi è un dono”. Già, oggi è un dono.