IVPC Benevento, Valente racconta il D'Onofrio biancoceleste

Il direttore tecnico lo fece esordire in prima squadra nel 2016 prima che spiccasse il volo

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Benevento.  

Allevarli con cura per poi lanciarli nel mondo della grande palla ovale ma senza mai godere di quel talento cristallino. E’ il destino delle società di provincia come l’IVPC Rugby Benevento, miniera d’oro per la Federazione e i grandi club che hanno attinto a piene mani dal vivaio biancoceleste. Il discorso da fare sul perché questi talenti sono costretti ad emigrare sarebbe lunghissimo, meglio rimandarlo.

L’approdo di D’Onofrio alle Zebre ha tenuto banco in questi giorni in casa sannita. Un passo importante per il ragazzo, che potrà misurarsi con i grandi palcoscenici, un motivo d’orgoglio per la società che l’ha accolto quando era un bambino e lo ha accompagnato in tutte le sue scelte e conquiste. Il rammarico è quello di averlo visto poco con la maglia biancoceleste della squadra Seniores. Poche apparizioni nel 2016, anno della promozione in serie A in cui fu comunque protagonista. A regalargli quell’opportunità, oltre al suo talento, furono Alessandro Valente e il suo staff.

L’attuale direttore tecnico della società del presidente Rosario Palumbo, ci ha raccontato come nacque quell’occasione che non era per nulla scontata. “In quel periodo Giovanni D’Onofrio era in Accademia a Benevento. Facevamo un allenamento settimanale di contatto con loro. A noi serviva per alzare il ritmo, a loro per fare esperienza contro una squadra di categoria. Conoscevo già Giovanni ma in quei frangenti ho capito che era pronto per venire a giocare in serie B con noi”.

Una convocazione e un esordio arrivato dopo tanti calcoli. “Con i ragazzi d’interesse Nazionale come lui non era facile. Bisognava valutare il calendario dell’Accademia, quello dei raduni e delle sfide internazionali delle selezioni giovanili di cui era un punto fermo, e poi capire anche le condizioni atletiche per non rischiare nulla nel processo di crescita. Alla fine però siamo riusciti a portarlo con noi e devo dire che si comportò alla grande”.

Valente rimase colpito da alcune caratteristiche in particolare. “La sua esplosività era già allora superiore a quella di tutti gli altri, aveva qualcosa di unico con la palla tra le mani. Poi ho avuto ragione perché al Mondiale Under 20 fu il miglior realizzatore. In Italia ha pochi eguali come giocatore d'attacco”.

Valente ci ha raccontato come nacque l’esordio del talento che si è appena accasato alle Zebre. “Dopo gli allenamenti me lo portai a casa per cenare insieme capendo subito che lui aveva voglia di venirci ad aiutare. Gli dissi chiaramente che c'era la possibilità e poco dopo lo chiamai in prima squadra. Si ambientò perfettamente, fu accolto benissimo. In campionato, nei primi match che giocò con noi nel finale di stagione, lo schierai centro, poi nello spareggio promozione di ritorno al Pacevecchia contro il Rubano lo misi nel suo ruolo naturale di ala”.

Valente tesse le lodi di quel ragazzo che a soli 17 anni lanciò nella bagarre promozione del torneo di serie B. “Lui ha grandi capacità che gli permettono di essere un giocatore moderno: è alto, veloce, difficile trovare atleti con le sue qualità. Riesce ad associare la grossa propensione alla corsa alla qualità con la palla tra le mani avendo iniziato a giocare fin da piccolo. Ha buone possibilità di arrivare al top”.

Per Valente d’ora in poi guardare le partite delle Zebre sarà ancora più speciale con la coppia Canna-D’Onofrio. “Canna l’ho capitanato e allenato nei Gladiatori, D’Onofrio l’ho fatto esordire da allenatore-giocatore. Ho avuto questa fortuna, ma nessun merito, quelli vanno dati a chi li ha formati nel tempo nel settore giovanile. Io mi reputo fortunato ad averli avuti con me. Sarà un piacere vederli giocare insieme. Entrambi sono accomunati da una capacità di tirar fuori la giocata che nessuno si aspetta. Ce li godremo con un’altra maglia, ma adesso dobbiamo impegnarci a tirare fuori altri giocatori di quel livello”.