41 caps in Nazionale sono il suo biglietto di presentazione. E' il sannita con più presenze. Ha da poco superato Joshua Furno (37) e in questo Sei Nazioni è al centro, finalmente, del progetto azzurro. Carlo Canna non smette mai di stupire. Arrivò in Nazionale all'improvviso grazie al coraggio di Brunel che lo portò al mondiale inglese nel 2015. Con O'Shea non ha avuto la stessa fiducia ma con Smith è tornato ad essere protagonista.
Il neo tecnico non ha riproposto il dualismo con Allan. Non ha voluto rinunciare al talento del ragazzone beneventano e l'ha proposto nel ruolo di centro. Il più felice? Forse papà Gerardo che in quella posizione ha costruito una bella carriera nel Rugby Benevento dove Carletto ha mosso i primi passi e tutti lo seguono con affetto.
Si è calato nel nuovo ruolo con entusiasmo e professionalità. Ma abbiamo chiesto a chi lo conosce bene un giudizio sul “nuovo” Canna.
“Canna centro? Carletto può giocare ovunque nel reparto dei trequarti”. Parole al miele di Alessandro Valente, direttore tecnico dell'IVPC Rugby Benevento e compagno di un giovanissimo Canna nei Gladiatori. “Ha le qualità tecniche e conosce talmente bene il rugby che non mi ha stupito vederlo giocare in quella posizione. Già nei Gladiatori con Fragnito allenatore aveva dimostrato grande duttilità”. Valente svela anche un piccolo aneddoto. “Tra di noi a Benevento, già durante i mondiali dello scorso settembre, parlavamo di questa ipotesi. Non ci spiegavamo perché uno col talento di Carlo restava fuori, lui deve sempre giocare. Per questo ci auguravamo di vederlo in un'altra posizione. Smith l'ha fatto e Carlo ha risposto bene”.
Un altro grande ex della storia biancoceleste che conosce bene Canna è Peppe Calicchio, che l'ha avuto come giocatore ai tempi in cui era il vice presidente dei Gladiatori. “Uno come Canna non può resta fuori. Tenerlo in panchina è complicato, Smith si è preso una bella responsabilità ma Carlo l'ha ripagato dimostrando di sapere anche difendere oltre a fare il doppio playmaker”. Calicchio, che della comunicazione anche in campo ha sempre fatto una delle sue virtù, racchiude tutto in una definizione che spiega perfettamente chi è Canna. “Lui non è uno specialista del ruolo(centro ndr) ma è uno specialista del gioco”.
Sorpreso dal rendimento dell'apertura delle Zebre anche il capitano dell'IVPC Rugby Benevento Mirko Passariello. “Non è mai stato un grande placcatore anche per caratteristiche fisiche, ma è un ragazzo eccezionale che è arrivato a livelli altissimi perché ha sempre fatto enormi sacrifici. Nelle prime due partite mi è piaciuto molto, ovviamente preferirei vederlo da apertura dove può mettere in mostra tutto il suo talento”. Capitan Passariello e compagni non perdono una partita dell'amico carletto. “Le seguiamo nella Club House del Pacevecchia e da capitano vorrei dire a Carlo che noi siamo sempre con lui”.
Canna è l'orgoglio del movimento sannita della palla ovale e del'IVPC Rugby Benevento in come ci ha raccontato anche il presidente Palumbo. “Non parlo di scelte tecniche, Smith sa quello che fa e sono sicuro che riuscirà ad ottenere buoni risultati. La cosa importante è vedere Carlo Canna giocare in Nazionale, il suo talento è utile a tutto il movimento. E' un ragazzo che merita quello che si è conquistato grazie ai suoi sacrifici e a quelli della famiglia. Parliamo di una persona seria, che ama il rugby ed è un campione prima di tutto dal punto di vista umano. Qui tutti gli vogliamo un gran bene e tifiamo per lui”.
Se il presidente ha privilegiato l'aspetto sentimentale, chi per una volta mette il cuore da parte è Antonio Fragnito, tecnico che ha cresciuto e lanciato Canna nel rugby ormai più di un decennio fa. “Parliamo di un ragazzo che già a 18 anni era un grande giocatore. Nei Gladiatori avevo lui e Vincenzo Zullo che aveva giocato in Nazionale. Quando hai due giocatori simili non puoi tenerne fuori uno, meglio farli giocare entrambi. Spesso giocavamo con Carlo apertura e Vincenzo estremo. Non mi sorprende vederlo come centro, su Carlo si può sempre contare. E' un ragazzo che sa stare nel gruppo e ne diventa parte attiva in ogni situazione. Inoltre, conoscendolo fin da piccolo, per lui questa novità è stato un grosso stimolo. Ama le sfide”. Fragnito punta la lente d'ingrandimento anche su un altro aspetto come hanno fatto anche Valente e Calicchio. “Se a quel livello un giocatore viene spostato da un ruolo ad un altro molto diverso, significa che si tratta di un ragazzo che ha le basi. Questo mi rende orgoglioso e deve rendere orgogliosi tutti coloro che l'hanno visto crescere”.
A Benevento tutti tifano per Canna che sabato sfiderà la Scozia andando a caccia del suo 42esimo caps in azzurro.