Gavazzi vs Parisse, il rugby italiano si spacca sui premi

Alcune frasi del presidente federale non sono piaciute ai senatori che hanno subito risposto

Benevento.  

 

Il rugby italiano si spacca. Da una parte c'è il presidente federale Gavazzi e dall'altra coloro che scendono in campo indossando la maglia azzurra, in particolare i senatori.

La questione è quella dei premi destinati ai nazionali. Il vecchio contratto è andato in archivio dopo il 6 Nazioni 2015 e il presidente federale Alfredo Gavazzi ha colto la palla al balzo per proporre di eliminare il gettone e inserire un premio legato esclusivamente al risultato conseguito.

Questa proposta insieme ad alcune dichiarazioni del massimo dirigente federale hanno spinto i “senatori” ad una presa di posizione. Gavazzi, in un incontro con la stampa, ha certamente sbagliato la forma.

Queste le sue dichiarazioni. «Non voglio risparmiare, oggi darei 60mila euro a testa per la qualificazione ai quarti di finale che nel complesso è la stessa cifra predisposta nel 2011 ma non prevederei la parte del gettone che invece nell’ultimo Mondiale in Nuova Zelanda c’era. La FIR -continua Gavazzi- non ha mai speso così tanto per le franchigie come oggi, prima il gettone serviva a coprire una mancanza che non c’è più, i giocatori sono pagati dalla federazione per 11 mesi all’anno. Bisogna cambiare la mentalità, non sono io che sono sceso al 15° posto del ranking. La discussione è già iniziata, so che ci sono dubbi e mugugni ma credo che alla fine prevarrà il buonsenso. Ad ogni modo il contratto che era in essere è scaduto con la fine del Sei Nazioni, nelle prossime settimane troveremo un qualche accordo. Voglio giocatori -conclude-, non pensionati».

«Pensionati» è la parola che ha fatto imbufalire i grandi vecchi della nostra palla ovale insieme al riferimento del 15° posto nel ranking.

A queste frasi ha risposto capitan Parisse su twitter con un messaggio chiaro seguito da un hashtag ancora più chiaro: Dei pensionati sono stanco, al 15° posto del ranking non ci sono andato io ”#portacirispetto. Dopo Parisse ecco intevenire il resto della truppa con Marco Bortolami, Martin Castrogiovanni, Leonardo Ghiraldini, Mauro Bergamasco e Andrea Masi fino ad arrivare ai più giovani.

Un vero e proprio pasticcio più che altro verbale perché Gavazzi ha sbagliato clamorosamente sui riferimenti al «ranking» e ai «pensionati», mentre sul gettone il discorso va fatto e preso in considerazione se i soldi risparmiati verranno investiti sui centri di formazione giovanili per evitare di far giocare veramente dei «pensionati» e sprofondare ancora più giù nel «ranking» della discordia.

Michele Iacicco