I dubbi e le amarezze del presidente Verrillo

Il massimo dirigente della Dionis indeciso se continuare o lasciare l'incarico

Telese Terme.  

C'è sincerità nelle parole del presidente Verrillo quando è chiamato a parlare di Telemaco Russo, appena approdato sulla panchina dell'Acerrana. Il massimo dirigente non ha voluto mettere il bastone tra le ruote all'ex tecnico, non è nel costume dei telesini, anche se questa scelta apre a una nuova difficoltà, trovare un successore per una casella che non doveva essere assolutamente presa in considerazione

“Mi riempie d'orgoglio – inizia il presidente Verrillo – che una società così importante come l'Acerrana abbia scelto il nostro allenatore. Significa che siamo stati un buon trampolino. Gli faccio solo tantissimi auguri per questa nuova avventura. In fondo questo è lo sport, bisogna lasciar emergere le persone che hanno capacità e mister Russo ne ha tantissime”.

 

QUESTIONE SUCCESSORE – Domani ci sarà un incontro per decidere il successore ma all'ordine del giorno potrebbe esserci anche la ricerca di un nuovo presidente. La delusione di Verrillo è tanta, l'idea è nata per due episodi specifici.

“E' difficile andare avanti da soli. Avevamo intenzione di creare un comprensorio ma non siamo riusciti a coinvolgere tutti perchè ognuno ha badato al proprio orticello. Ovviamente non parlo delle realtà che fanno parte della famiglia Dionis, ma di chi ha deciso di camminare da solo non capendo la nostra intenzione e quelle che potevano essere le nostre potenzialità. E a questo aggiungiamo, poi, la vera goccia che ha fatto traboccare il vaso. La gara contro la Virtus. Decidere di far giocare quella sfida senza i nostri tifosi ha rappresentato la mazzata per me, il momento nel quale è finita la stagione. La nostra è una piccola realtà, non ci sono certo delinquenti, ma vedere quella decisione della Prefettura ha rappresentato una grande delusione, specie per me che ho messo tra i miei obiettivi la promozione dello sport e della lealtà nella nostra realtà.

 

DECISIONE CHE HA CONDIZIONATO – Il presidente era anche pronto a non far scendere in campo la squadra, ma quest'ultima, invece, ha preferito giocare, spinta più dalla rabbia che non da una motivazione positiva.

“La mia volontà era di non giocare, volevo dare un segnale forte, ma la squadra ha deciso di scendere in campo. Mi avevano detto di essere motivati e carichi ma alla fine erano sì carichi, ma di rabbia e con la rabbia non si va da nessuna parte. Quella decisione ha portato a dimezzare la mia attenzione e i miei sforzi per la Dionis e alla fine ne hanno risentito tutti. La situazione di Sant'Agata mi ha mortificato. Sono una persona onesta e lineare e quel fatto mi ha fatto capire delle cose che non volevo capire. Se lo sport è quelsto, allora prendo le distanze prendendo del tempo per pensare se posso continuare o meno. Domani ci incontreremo e se troveremo un punto di incontro andiamo avanti altrimenti abbandono con tanti auguri a chi porterà avanti il discorso”.

Fabio Tarallo