Loreno Cassia e i segreti della strega

Ospite di Ottogol il "secondo" di Auteri ha detto la sua sul momento del Benevento

loreno cassia e i segreti della strega
Benevento.  

I segreti del Benevento, la “voce di dentro”, l'alter ego di Gaetano Auteri. Siciliano come lui, anzi della stessa provincia, quella di Siracusa, Loreno Cassia – intervenuto lunedì a Ottogol - ha parlato del gran momento della squadra giallorossa, che ha finalmente vinto e convinto anche in trasferta

Ma cos'è cambiato a Potenza contro il Sorrento? “Noi – spiega il “secondo” di don Gaetano - le partite le prepariamo sempre per vincere e alla stessa maniera. E' capitato che a Monopoli abbiamo trovato una squadra chiusa, un campo che non ti consentiva il fraseggio e un pallone che rimbalzava male e non scorreva bene. Un po' come a Messina dove c'era un terreno molto asciutto su cui la palla non scorreva bene. Qualche difficoltà quando giochiamo su questi campi l'abbiamo, ma a Monopoli non avremmo meritato la sconfitta, così come a Messina abbiamo fallito più di un occasione in avvio. A volte il campo ti toglie, a volte ti dà. Classifica giusta per quello che abbiamo fatto, siamo fiduciosi, senza essere troppo boriosi, piedi per terra e continuiamo così. Abbiamo tante frecce al nostro arco e tutti devono farsi trovare pronti. Quello che ci porterà lontano è l'equilibrio. Abbiamo 26 giocatori di movimento, 10 titolari e 4-5 che subentrano: così arriviamo a 15 e gli altri possono essere scontenti, ma sono certo che sarà proprio quella la nostra arma in più. Gli altri, quelli che non giocano, possono essere titolari in qualsiasi squadra di C”.

LA PANCHINA. Vivere la partita a stretto contatto con Auteri, fa sì che si conoscano tutte le sue abitudini: “Io sono tranquillo, ma lui ha fatto molti progressi dal punto di vista caratteriale: lo vedo diverso, prima quando si arrabbiava e cercavi di fermarlo si agitava ancora di più. Invece in panchina ora basta un richiamo e tutto si calma. Forse si fa più trasportare Carli. Il presidente, invece, non parla, ma a volte con uno sguardo ti dice tutto. Non gli sfugge nulla”. Un aggettivo per descrivere i componenti della panchina giallorossa: “Auteri è impareggiabile, Carli un motivatore, Vigorito magnifico: ce ne vorrebbero tanti come lui”.

LA VOGLIA. 24 gol in totale, 11 marcatori diversi: nel Benevento possono e vogliono segnare tutti: “Se si è calciatori uno vorrebbe sempre giocare (e segnare...) ed è normale che ci possa essere un po' di malcontento tra chi gioca di meno. Confesso che le pagelle non mi piacciono, darei un voto solo alla squadra. Si sa chi in un gruppo c'è sempre chi ha fatto di più e chi di meno, ma i voti personali a volte sminuiscono il valore che c'è dietro la squadra”.

IL MOMENTO TOPICO. Ci si domanda spesso se c'è stato un momento più che un altro a dare consapevolezza alla squadra di essere competitiva: “Non c'è una partita più di un'altra – dice Cassia - che ci ha dato questa consapevolezza: da quando siamo partiti la squadra ha avuto sempre una crescita costante, via via si sono trovati più meccanismi, più aggressività. Ora togliamo il tempo agli avversari, aggrediamo di più, è tutto merito del lavoro che c'è dietro per coordinare i movimenti della squadra: per arrivare a questo c'è voluto un po' di tempo. I giocatori seguono l'allenatore, anche loro vogliono quell'atteggiamento, gli piace, non lo rifiutano. Ma la cosa più importante è che giochiamo mostrando un'anima, che teniamo alla causa, e non ci tiriamo mai indietro. L'anno scorso da questo punto di vista eravamo meno costanti. Quest'anno ci siamo avvantaggiati”.

SULLA CORDA. La formazione all'ultimo momento, difficile entrare nella mente di Auteri alla vigilia delle gare: “Vuole tenerli tutti sulla corda, a volte ci sono delle sorprese, perchè tutti si devono fare trovare pronti. Secondo me è il giusto metodo per andare avanti. Tutti i lavori che si fanno, anche fino alla domenica mattina, sono sempre con due coppie di giocatori per ogni ruolo, due squadre mischiate e tutti provano il movimento da fare per aggredire e non. La formazione? Ogni tanto Gaetano può avere qualche dubbio e magari ne parliamo, in linea di massima si arriva a capire quale possa essere”. Insieme ai cosiddetti “titolarissimi”, ci sono anche ragazzi utilizzati di meno, altrettanto bravi: “Ci sono tanti giocatori utilizzati poco, come Veltri, ragazzo di grandi prospettive, chiuso in questo momento da Oukhadda. Ma anche Sena, Carfora, che è un giocatore che non ha nulla meno degli altri. Dico che abbiamo una rosa molto competitiva, se non commettiamo errori, né noi dello staff, né loro, ci possiamo togliere parecchie soddisfazioni”.

FUGA? NO, GRAZIE. La classifica è bella, 4 punti di vantaggio sulle inseguitrici. Ma nello staff tecnico giallorosso vige la prudenza: “Siamo alla decima partita, non possiamo dire che abbiamo il destino nelle nostre mani, troppo presto per parlare di fuga, per parlare di posizioni acquisite. Il merito si acquisisce sul campo, contro avversari attrezzatissimi. Quali? Il Catania è squadra forte e ha una tifoseria importante, l'Avellino è partito male, ma ha svoltato col ritorno di Patierno. Direi che Catania e Avellino sono sullo stesso piano come rosa e possibilità. Un po' più dietro il Trapani, pieno di giocatori di categoria, che conosco benissimo e possono dare fastidio a chiunque. Non non ci sentiamo in fuga, stiamo andando bene e cerchiamo di continuare rimanendo umili e non tralasciando mai nulla. In questo campionato le cose possono cambiare in un attimo. Non guardiamo la classifica: è giusto che essere in vetta ci possa dare più entusiasmo, ma che ci debba annebbiare, questo no”.

I TIFOSI. Si chiude con l'ormai sbandierata di Berra sotto la curva dei tifosi giallorossi: “E' un bel gesto, iniziato in casa, segno di feeling ritrovato. I nostri tifosi sono da apprezzare, ci aiutano sempre, la squadra sta dimostrando con i fatti di mettercela tutta e anche i tifosi se ne accorgono. Si vede il massimo impegno da parte dei calciatori e questo i tifosi l'apprezzano. Berra è un ottimo capitano, ma è coadiuvato dai vari Meccariello, Tosca e Manfredini. Il difensore udinese sta facendo benissimod a centrale, forse avrebbe potuto farlo anche prima: ha agonismo, grinta, stacco di testa, corsa, è un giocatore completo. Nel ruolo si è calato benisismo, credo che lui possa essere uno dei nostri punti fermi”.