Il Var che fa discutere: la Fifa studia il "check a chiamata"

Il presidente Infantino ne ha già annunciato la sperimentazione

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Benevento.  

E' indubbio che il Var, così come viene il più delle volte interpretato, sia uno strumento imperfetto. Il fine è semplicissimo: dare un supporto visivo in più nelle azioni che sono più difficili da vedere da parte dell'arbitro. Quello che complica tutto l'apparato è però il cosiddetto “protocollo”. Una serie di regolette per certi versi astruse che tolgono e danno, che il più delle volte finiscono con lo scontentare tutti. Prendiamo il gol di Pinato nel finale della partita di Trieste. Si può sottostare all'umore di un arbitro che si sente “attaccato” da tutti e, quasi invasato, la chiude lì, mentre è addirittura in corso un “check”? Che ci voleva ad andare a dare un'occhiata al video, magari anche rimanendo della propria idea. Si sarebbe evitata la manfrina del finale, in cui il direttore di gara comasco non ci ha fatto una bella figura. 

E allora anche la Fifa sta pensando a dei correttivi: si chiama Football Video Support (i termini sono sempre in inglese) e altro non è che un “Var a chiamata”. I due allenatori, in sintesi, avrebbero la facoltà di chiedere, ognuno per la propria squadra, due interventi al Var e se uno di questi fosse subito favorevole, le possibilità di richiesta resterebbero ancora due. Infantino, presidente della Fifa, ha già annunciato la sperimentazione che per altro è andata già in scena in un torneo giovanile a Zurigo. Ora si aspetta che sia approntato il solito “protocollo”, sperando che sia meno astruso di quello del Var.

Intanto la serie C va avanti a due velocità: la prima parte senza assistenza video (molti avrebbero già detto di non essere d'accordo all'introduzione del Var...), i play off con l'adeguamento tecnologico.