(f.s.) L'ultimo a definirli una follia è stato Zibì Boniek, vicepresidente dell'Uefa. I play off di serie C piacciono solo a chi li vince o a chi li guarda da spettatore disinteressato. Boniek ha tagliato corto: “Sono una follia, un massacro”. Una scena degna del film Highlander, dove il mantra è quello conosciuto da tutti: “Ne resterà soltanto uno”. Anche nei play off che inizieranno sabato 4 maggio. Si parte in 28, chi prima chi dopo, ne arriva una sola, la squadra che taglierà l'agognato traguardo della serie B. Uno stillicidio, un rodeo, una corrida, una lotta tra gladiatori. Alla gente piace. Finchè non ci mette il sentimento. Perchè se lì in mezzo c'è la tua squadra, ti piacerà solo se sarà lei a vincere.
L'attuale formula con qualche dettaglio cambiato è in uso dal 2016-17 (nel 2019-20 fu abbastanza stravolta dalla pandemia). Anche se molti fanno risalire il prototipo al 2014/15, vale a dire quello che a Benevento tutti ricordano per l'eliminazione al primo turno da parte del Como: ma quell'anno le partecipanti ai play off erano solo in otto nei tre gironi.
In questi ultimi anni (dal 2016/17) il record appartiene al Cosenza, che è l'unica squadra ad essere partita dai preliminari (era finita quinta) ed aver vinto l'edizione. I silani entrarono in gioco nel primo turno contro il Leonzio l'11 maggio, terminarono nella finale di Pescara contro il Siena (finale unica allora: 3-1 per i calabresi di Braglia) il 16 giugno. Alla fine della kermesse giocarono 9 partite in 36 giorni, una ogni quattro.
L'ultima stagione, la ricordano tutti, ha visto trionfare un po' a sorpresa il Lecco. Ma i lariani, bisogna dirlo, erano comunque finiti terzi nel loro girone. Le eliminazioni eccellenti furono quelle del Crotone, che aveva chiuso la stagione regolare con 80 punti in classifica, del Cesena (79 punti) e favoritissimo, e del Pordenone ( secondo a 62 punti). Vinse l'imprevedibilità di questo torneo finale che richiede concentrazione feroce e una condizione fisica eccellente. E, ovviamente, una buona dose di fortuna.