Tra l'iniziare un week end col cuore colmo di speranza e terminarlo sbattuti nei play off passa un attimo. Era legittimo sperare che potesse andare diversamente: in fondo il Taranto, al netto di quella penalizzazione di 4 punti, è squadra da prime posizioni, mentre il Messina è in una zona di galleggiamento tra chi deve salvarsi e chi aspira ad uno degli ultimi dieci posti che valgono i play off. Allora prima di questo week end di C non sembrava un'utopia sperare di ridurre il gap dalla capolista stabiese, fino a che non è stato necessario fare i conti con la realtà. Eccola, sgradevole, sbattuta in faccia: le speranze giallorosse sono andate a farsi benedire, il Benevento ha pareggiato col Messina, la Juve Stabia ha vinto col Taranto, i punti di distacco a sette giornate dalla fine sono diventati addirittura nove.
Più che credere ancora nell'impresa, ora diventa quasi una questione di fede. Se pure la strega le vincesse tutte (21 punti), alle vespe, pensate un po', basterebbe conquistarne 13. Ricordiamo l'ultimo miglio della Juve Stabia: 4 in trasferta a Foggia, Sorrento, Benevento e Francavilla, 3 al Menti contro Messina, Crotone e Picerno. Un cammino non certo facile, ma diventato a prova di sorprese per quel vantaggio abnorme che si ritrova in classifica.
Se il mantra rimane quello di Auteri, allora il Benevento dovrà solo pensare a migliorarsi da qui alla fine della stagione regolare. Limare gli errori, eliminare le imperfezioni per presentarsi alla lotteria finale con le credenziali a posto. Sette partite per migliorarsi e nel contempo per blindare il secondo posto. Che vale tanto e che darebbe dei grossi vantaggi a chi dovesse conquistarlo.
SECONDI “CONVIENE”. Vogliamo ricordarli brevemente questi vantaggi, anche per chi ha palesato il “pericolo” di dover attendere troppo prima di entrare in gioco. La kermesse di una squadra che viene dai turni preliminari (vi partecipano complessivamente 28 squadre), per le seconde classificate diventa un rush finale che consiste in una partita andata e ritorno nel secondo turno della fase nazionale, che se superato dà già diritto ad entrare nella cosiddetta “final four”, vale a dire tra le quattro che si giocheranno semifinali e finali per la B. Se non è un vantaggio questo. Certo, negli ultimi anni spesso ci sono state delle sorprese. Anche lo scorso anno, lo ricordano tutti, ha vinto una cosiddetta out-sider, il Lecco. Ma la squadra lombarda non dovette partecipare ai preliminari, entrò in gioco da terza classificata al primo turno della fase nazionale: fece fuori l'Ancona (con due pareggi), poi il Pordenone, in semifinale il Cesena e in finale il Foggia. Una sorpresa, certo, ma fino ad un certo punto. Le “seconde” Pordenone, Cesena e Crotone ebbero scarsa fortuna e furono tutte eliminate (Pordenone e Crotone al secondo turno della fase nazionale, il Cesena nella semifinale della Final Four). Colpì soprattutto il crollo fisico dei pitagorici contro il Foggia: dopo aver perso all'andata allo Zaccheria (1-0), i calabresi vincevano nettamente la sfida di ritorno, ma il 2 a 0 del primo tempo fu ribaltato dal Foggia che chiuse sul 2 a 2 e guadagnò la finale. Anche dopo quell'esperienza molti hanno sentenziato che entrare negli ultimi turni sia una iattura e che una squadra che è rimasta tanto ferma sia svantaggiata nei confronti di chi ha giocato tanto. Teniamo presente che la prima fase iniziò l'11 maggio, le ultime a scendere in campo furono appunto le seconde tra il 27 e il 31 maggio. Venti giorni da gestire con intelligenza senza farlo diventare addirittura uno svantaggio.