La prima sfida al Sud del brianzolo Pinato

Arriva nel Sannio con qualche anno di ritardo: lo aveva cercato anche Inzaghi

la prima sfida al sud del brianzolo pinato
Benevento.  

(f.s.) Uno che è cresciuto con una Coppa dei Campioni nel salotto di casa, non avrebbe potuto fare che il calciatore. Il nuovo giallorosso, Marco Pinato, ha un papà che la coppa “dalle grandi orecchie” l'ha conquistata nel 1989: Davide (questo è il nome del papà di Marco) faceva il portiere e magari non tutti ricordano che fosse lui il “dodicesimo” di Giovanni Galli quella sera del 24 maggio '89 quando il Milan di Sacchi strapazzò (4-0) lo Steaua Bucarest nella finale al Nou Camp. 

Con queste premesse non solo diventi calciatore, ma prima o poi indossi anche la suggestiva maglia rossonera. Le giovanili in tutte le sue fasi, fino alla Primavera nel 2013-14 e quell'incontro che ogni ragazzino della sua età avrebbe voluto avere con Pippo Inzaghi che cominciava la sua carriera da allenatore dopo i fasti da attaccante più prolifico del Diavolo. In quella stagione il diciottenne Marco vinse tanto (anche il Viareggio) e segnò parecchio, tanto che Superpippo disse di aver visto all'opera il nuovo Bryan Cristante. Da quella stagione Pinato diventò il pensiero fisso di Inzaghi, che lo portò con sé nell'avventura di Venezia (una promozione dalla C e i play off in B l'anno successivo) e vanamente cercò di inserirlo nella rosa della sua nuova squadra, a Bologna, a Benevento (si può dire, dunque, che arrivi nel Sannio con qualche anno di ritardo...) e infine a Brescia.

Marco, brianzolo di 28 anni, è un centrocampista dei più duttili. Mancino naturale, su quella fascia ha fatto di tutto: il terzino, l'attaccante e infine la mezzala. Ben strutturato fisicamente, ha corsa e agilità, fa con grande attenzione le due fasi ed è bravo negli inserimenti senza palla. L'anno scorso nelle file di un Pordenone ambizioso (c'era anche il giallorosso Benedetti) e di grandi firme ha giocato 33 partite e segnato 8 gol (2 presenze e una rete nei play off). Suo l'ultimo gol realizzato dai ramarri, quello dell'illusione di raggiungere la “final four”. Il suo sinistro radente aveva pareggiato l'iniziale gol del Lecco: sarebbe bastato anche perdere per 2-1 per andare avanti, ma il Pordenone andò in bambola negli ultimi minuti e il sogno svanì lì.

Ora Pinato, nel pieno della sua maturità psicofisica, riprova a fare l'impresa che gli è sfuggita lo scorso maggio nelle file friulane. Anche per lui, come tanti in maglia giallorossa, sarà la prima volta al Sud (non è sceso mai più giù dell'Abruzzo...), una sfida da vincere subito.