Tempi duri per chi intende fare politica avendo come stella polare un unico criterio, ossia quello della meritocrazia. E’ quello che deve aver pensato, a occhio e croce, Laura Ambrosone, assistente parlamentare sannita. Classe 1984, porta con sé l’ambizione di dare un contributo importante per il suo territorio. Con questi intenti si era iscritta al “Parlamento virtuale”, l’iniziativa promossa dal quotidiano La Discussione e che ha nel parlamentare irpino Gianfranco Rotondi il suo punto di riferimento. Lo slogan, “democrazia partecipativa”, ha convinto tanti ad aderire. «Anche me - spiega ad Ottopagine -, anche se poi ho dovuto rinunciare perché gli obiettivi del progetto sono cambiati radicalmente. Tanto che la mia “esperienza” nel parlamento virtuale è già conclusa». Eppure, Ambrosone era diventata vicepresidente della Camera virtuale. «Mi sono iscritta perché immaginavo che i criteri di valutazione fossero differenti. Invece - argomenta - l’unico requisito alla fine è diventato quello di poter andare a Roma...». Resta però “un’elezione” nel parlamento virtuale rotondiano. «Non so come sia avvenuta la mia presunta “candidatura”, anche perché non ho partecipato, per i motivi che ho appena specificato, alla tre giorni di Roma». Ci sono anche motivazioni politiche:?«Alla fine l’evento si è dimostrato un meetup di Forza Italia. Altra cosa che non ho condiviso», sottolinea Ambrosone. «Ringrazio, ovviamente, le persone che mi hanno sostenuto, anche se non so bene su quali basi hanno deciso di appoggiarmi», scherza la giovane originaria di Montesarchio. «Quello che non posso tollerare è che si lanci un’idea e poi si arrivi ad esiti completamente diversi da quelli che erano stati prospettati. Sarà in ogni caso mia cura - conclude Ambrosone - comunicare all’organizzazione il mio disimpegno da una iniziativa verso la quale non credo e non ho stima».
di Giovanbattista Lanzilli