Refuto, probabilmente ad ottobre, statuto alla mano, si arriverà alla nomina di un reggente che sostituirà l'incompatibile Mortaruolo. Quali le strategie e i requisiti per la scelta di una personalità condivisa che dovrà traghettare il partito sannita al congresso?
«Tecnicamente non si tratta di un reggente, ma di un nuovo segretario con piene funzioni fino al prossimo congresso nazionale. Mi auguro che si voglia avviare una fase di confronto vera con il nostro popolo: amministratori, dirigenti, militanti. Se è vero che lo statuto attribuisce alla vecchia assemblea provinciale la funzione di eleggere il nuovo segretario è anche vero che un partito aperto, inteso come luogo di democrazia e di discussione ed elaborazione politica deve porsi il tema di come affrontare questi delicati momenti di vita interna. Spero non si ripropongano commissioni chiuse, o audizioni, provini ecc. Innanzitutto penso che la federazione dovrebbe chiedere a tutti i circoli di svolgere assemblee aperte ai militanti per discutere delle questioni del territorio e quindi di individuare un nuovo gruppo dirigente che abbia la capacità di affrontarle. Sarebbe un bel segnale al nostro popolo e a tutti i cittadini se il Pd ritrovasse l'unità dopo fasi di divisioni».
Comune, Provincia, Regione e Governo: c'è un "monocolore" Pd e niente più alibi per dare risposte al territorio. La strada imboccata finora è quella giusta o ci sono delle cose da rivedere?
«È vero, il Pd ha la missione direi storica di essere al governo di tutte le istituzioni. È una sfida che se fallisse produrrebbe danni e conseguenze enormi. Poi ogni storia è a se. Al Comune ad esempio proveniamo da dieci anni di amministrazione del centrosinistra ed oggi la prospettiva dev'essere di proseguire questa stagione di governo che ha prodotto dei risultati in un contesto complicato caratterizzato da difficoltà economiche diffuse in tutto il paese e in particolare nel Mezzogiorno. Al Pd spetta l'onore di individuare una figura autorevole capace di unire il partito, allargare la coalizione e costruire un progetto per la città. Ne abbiamo sicuramente diverse. Non c'è nulla di scontato. La Provincia mi ricorda un pò l'Unione Sovietica dopo il golpe di Eltsin, esisteva sulla carta ma senza più funzioni. Alla Regione penso che il Presidente De Luca abbia già dato con i primi provvedimenti una visione nuova e però spetta al Pd svolgere la propria parte con incidenza e protagonismo. Del governo nazionale credo sia quasi superfluo parlare, in un anno si sono affrontare vicende in sospeso da decenni: la riforma della giustizia, della pubblica amministrazione, del lavoro, della scuola, della legge elettorale, ora quelle costituzionali. Ma la grande sfida da vincere è quella del contrasto alla povertà».
Giovanbattista Lanzilli