«Fin dall'inizio della consiliatura ho chiesto una commissione d'indagine sui debiti fuori bilancio. Poi, trasversalmente, molti colleghi si sono messi di traverso. Una responsabilità sostanzialmente dell'opposizione, visto che siamo stati noi a chiederla...». Roberto Capezzone, consigliere comunale, ha un'idea ben precisa. Il futuro di Benevento non può passare dai “soliti” schieramenti, ma c'è bisogno di uno sforzo civica. Anche perché nel centrodestra, lo schieramento che l'ha visto finora protagonista, ci sono solo macerie. Ecco l'intervista che ha rilasciato ad Ottopagine. Che parte, inevitabilmente, dai temi legati al bilancio e ai conti di Palazzo Mosti. «Quando ho chiesto di far venire fuori i numeri del Comune, immaginavo si potessero creare le condizioni per chiedere al ministero di attivare i poteri sostitutivi per il dissesto. I colleghi di minoranza hanno però ritenuto di seguire altre strade, mentre l'amministrazione ha attivato una complicata procedura di riequilibrio che è ancora in divenire».
Consigliere, è mancata la politica?
«E' mancato il centrodestra, che si è dimostrato senza direzione né un luogo dove poter discutere. Mentre la città boccheggia. Se voglio continuare a fare politica, e sottolineo “se”, ho il dovere di trovare una soluzione di garanzia. Un governo forte e capace che possa rispondere alle questioni poste dai cittadini. Molti non lo hanno capito, ma il tempo della propaganda è finito, è inutile raccontare balle».
Le contestano il voto sullo strumento finanziario del Comune.
«Ho detto sì per liberare delle risorse. Perché credo che se si pagano le aziende ne guadagna la collettività. Sulla pregiudiziale: è un atteggiamento che non condivido. So bene che c'è una chiara giurisprudenza sulla questione dei funzionari e degli incarichi ricoperti. A me, poi, scoccia fare politica con le sentenze o gli atti giudiziari. La politica si fa col confronto. Più in generale, a me pare un accanimento che non prevede però alternativa. E per questo non so quanto sia credibile se si lavora solo per distruggere».
Un'opzione che lei non condivide, dunque.
«Non sono abituato a fare politica in questo modo. Oltretutto in un momento delicato come questo. Il centrodestra vive una crisi profonda, con i partiti destrutturati per colpa di personalità ben note».
Qual è allora la prospettiva?
«Uno scenario con i 5 Stelle in crescita e il qualunquismo alle porte devono farci riflettere e spostare la responsabilità sul quadro civico. Altre opzioni non mi sembrano plausibili».
Un governo di “salute pubblica” magari?
«Gli estremi per farlo ci sono, Palazzo Mosti è in chiara difficoltà. Ci vuole, soprattutto, un governo che si impegni coi i beneventani per risolvere i problemi. Agire per sloga, ripeto, è inutile. E poi, abbiamo un Governo nazionale mantenuto da un partito di centrodestra... Una coalizione che ha avuto a livello locale la défaillance più grossa proprio sulla partita regionale».
Crede ci possano essere possibilità concrete che tutto ciò si realizzi?
«Guardi, da un lato chi si oppone ha avuto mille occasioni per avanzare una proposta alternativa e non l'ha fatto, ci si è limitati all'esibizionismo fine a se stesso. Chi governa ha evidenti difficoltà interne e non so se possa esserci una disponibilità in tal senso. Io comunque continuerò a coltivare questa strada, vedremo dove porterà».
Giovanbattista Lanzilli