Sul caso delle Telese – Caianello, dopo gli interventi del deputato sannita Francesco Maria Rubano in quota Forza Italia quello del segretario provinciale Pd Giovanni Cacciano interviene, contestando entrambe le versioni, l'ex sottosegretario Pasquale Viespoli: “Questo ping pong è patetico. Questa ridda di comunicazione a cadenza mensile è penosa.
Rivendicazioni che manipolano la memoria, il passato e la verità delle cose:
Cacciano scrive che Il Ministero delle Infrastrutture (MIT) ha programmato e finanziato il raddoppio della Telese-Caianello con fondi tutti pubblici, evitando il previsto pedaggiamento.Il medesimo Ministero si è curato di sciogliere il contratto e risolvere il contenzioso con il Consorzio di imprese affidatario del vecchio “Progetto di finanza” con pedaggio, di cui alla ex Legge obiettivo”.
E' falso. La verità è che la Telese – Caianello si fa solo perché a suo tempo fu inserita tra le opere di interesse nazionale nella legge obiettivo, senza la legge obiettivo Rubano e Cacciano oggi parlerebbero di altro”.
E Viespoli prosegue: “Poi si è interrotta linearità dell'intervento che doveva essere in testa ad Anas, perché il Governo di centrosinistra (e Cacciano nel merito può chiedere a chi conosce le cose, ovvero a Umberto Del Basso De Caro) fa passare l'opera da appalto pubblico a finanza di progetto.
Ne erano state individuate due: l'altra era Termoli – San Vittore. Per usare il vecchio linguaggio di Guareschi “Contrordine compagni!” .
Io al Governo mi sono mosso in questo ambito per trovare risorse di quota pubblica per l'opera.
A un certo punto quindi i giochi erano cambiati con il cambio della formula di finanziamento: abbiamo recuperato le risorse , duecento milioni, cento dalla metropolitana di Napoli e altri cento dal piank Sud quando Caldoro era presidente della Regione. Poi è tornato il centrosinistra al Governo ed è arrivato un nuovo contrordine, con il ritorno dell'appalto pubblico in testa ad Anas”.
Di qui le conclusioni di Viespoli: “Chi conosce le cose avrebbe il dovere della verità sia per ragioni di carattere istituzionale sia per evitare di offrire l'immagine di una classe politica autoreferenziale. Bisognerebbe interrogarsi piuttosto su come la questione Telese - Caianello abbia un valore simbolico straordinario: non è un paese moderno quello in cui per fare opera pubblica ci vogliono venti o trent'anni! E' emblematico della crisi del sistema. Bisognerebbe recuperare un tracciato, visto che non si è fatto quello stradale, di cultura istituzionale: mi sembrava recuperato da Rubano, che ha messo intorno al tavolo a Puglianello i protagonisti della vicenda.
I fatti sono questi, il resto sono letture che non nobilitano la politica e di certo non portano consenso: la strada di fatto non c'è. Meglio uno stile rigoroso che nobilita la verità dei fatti”.