De Stasio: amministrazione impegnata in tagli di nastri e opere inutili

"Ora apprendiamo che la Casa di Jonas non potrà ospitare i malati di Alzhaimer"

de stasio amministrazione impegnata in tagli di nastri e opere inutili
Benevento.  

"Dopo due anni dal suo insediamento, questa Amministrazione si è senza dubbio caratterizzata per un cospicuo “taglio di nastri” e per inaugurazioni di opere “non complete” o spesso “inutili”".

E' il duro affondo della consigliera comunale di 'Prima Benevento' Rosetta De Stasio. "Ai giardini di Palazzo Mosti - prosegue - (ancora privi di ascensore, videocamere di sorveglianza e privi della possibilità di utilizzazione nei giorni festivi ed in orario serale), all’Hortus Conclusus (attualmente “chiuso”), si aggiunge la famosa “teca” o “lapidarium” da ubicare a fianco dell’Arco di Traiano nella quale avrebbero dovuto essere esposti alcuni importanti reperti rispetto ai quali la Soprintendenza ha opposto il rifiuto (per cui non è dato sapere a
cosa servirà e perché), e la “Casa di Jonas” che avrebbe dovuto essere un presidio per l’assistenza socio-assistenziale ed ospitare al piano terra un reparto di neuropsichiatria infantile, al primo piano un ambulatorio
pediatrico, ed al secondo piano un centro diurno per anziani con particolare riguardo ai malati di alzhaimer.
Anche tale opera risulta non completa, visto che è stato realizzato solo il piano terra, mentre per gli altri due livelli esiste solo lo scheletro esterno. Come in altre occasione, anche in tal caso si apprende, dopo le numerose
“dichiarazioni trionfalistiche” da parte dell’Amministrazione, che “non è possibile ospitare nella struttura i malati di alzhaimer” poiché l’Asl ha comunicato, dopo avere garantito nello scorso mese di Luglio l’esistenza
nell’organico aziendale delle figure per rendere operativi questi poli di assistenza, che nella nostra provincia non è possibile l’accreditamento di posti per malati di alzhaimer poichè “è già stato raggiunto il tetto massimo
previsto”. In ogni caso, ed a prescindere dall’accreditamento dei posti, va evidenziato che l’opera risulta non terminata, per cui abbiamo un’ulteriore struttura utilizzabile …a metà.
Se a questo si aggiunge l’immobile ubicato a piazza Duomo, abbandonato da anni e totalmente inutilizzabile, Villa dei Papi, inaugurata e poi chiusa, la sistemazione di Piazza Pacca, rispetto alla quale ancora non risulta
redatto il progetto definitivo con particolare riferimento al famoso “front office” (del quale si ignorano a tutt’oggi le esatte dimensioni), possiamo senza tema di smentita affermare che a Benevento si dà inizio alle opere
ma poi… si lasciano a metà, per anni. Pur di ottenere contributi e finanziamenti si progettano spesso opere inutili, senza un minimo di coordinamento e di logica, e con la assoluta mancanza di una visione di insieme, presupposto necessario per uno sviluppo armonico ed efficiente della città. Vogliamo ricordare, ad esempio, la fontana ubicata presso la Stazione in piazza Colonna? Un’opera inutile, oltre che brutta e totalmente avulsa dallo stile architettonico della piazza, che per giunta costituisce un evidente ostacolo alla circolazione. Purtroppo non può essere più eliminata, né può esserne cambiata la destinazione, visto che era stata realizzata con un
finanziamento europeo. Ed oggi ci troviamo a fare i conti, nell’ambito del progetto di ristrutturazione della stazione e del piazzale ad essa antistante, con un “mausoleo” che provoca non pochi problemi alla realizzazione del progetto stesso!
Anche all’epoca, evidentemente, pur di ottenere il finanziamento, si realizzò un’opera inutile, costosa e totalmente lontana dalle esigenze funzionali ed architettoniche dell’area di ubicazione. Del resto quando non si ha una visione di “città”, le conseguenze sono esattamente queste: uno spreco incredibile di denaro a fronte di una serie di opere inutili o comunque inutilizzabili, non complete e totalmente scollegate tra di loro. Naturalmente non mi fa piacere dover sottolineare questa realtà, perché preferirei mille volte plaudire alle iniziative dell’Amministrazione. Ma è mio dovere, quale rappresentante dei cittadini, non solo denunziare un modo di procedere non condivisibile, ma anche esercitare una funzione di stimolo che possa portare finalmente ad un’inversione di rotta. Il mio lavoro nelle commissioni consiliari è finalizzato a questo, e mi auguro che finalmente chi ci amministra comprenda che la redazione e soprattutto la condivisione di “un progetto di città” è ingrediente essenziale per consentire alla nostra Benevento di entrare a pieno titolo nel futuro".