Senza casa, vertenza verso la fine: "Abbiamo vinto noi"

Col bando per alloggi Erp le famiglie dovrebbero lasciare le scuole: "Grazie anche a Ottopagine"

Benevento.  

“Abbiamo vinto, abbiamo vinto noi, hanno vinto gli ultimi”. Dopo cinque anni i “senza casa” possono abbandonare l'identificativo che li ha accompagnati nelle loro battaglie. Cinque anni rivendicando un diritto, tra sgomberi e momenti di alta tensione, scontri, promesse, interlocuzioni per arrivare finalmente a una soluzione, quella che chiedevano fin dall'inizio: il 25 per cento del patrimonio immobiliare disponibile da destinare all'emergenza con un nuovo bando per la costruzione di 52 alloggi Erp che rientra appieno in questa ripartizione.

E l'emergenza a Benevento è rappresentata quasi per intero da chi vive nelle scuole, i (quasi ex) senza casa appunto. 13 alloggi sui 52 di nuova costruzione dunque saranno destinati a chi vive nelle scuole: il che risolve in larghissima parte l'emergenza, visto che i nuclei familiari sistemati tra San Modesto e Ponticelli erano originariamente 20, qualcuno è riuscito in questi cinque anni a sbloccare la propria situazione, e dunque resterebbero fuori dalla ripartizione poche unità. Ma c'è ottimismo: tra gli alloggi erp e la lotta all'abusivismo annunciata la graduatoria storica Iacp, ferma da anni, scorrerà, e le scuole - dormitori dovrebbero svuotarsi completamente.


Esultano naturalmente le famiglie ed i movimenti che le hanno accompagnate in questi cinque anni di lotte, su tutti il Movimento di Lotta per la Casa: “Ci hanno preso spesso per pazzi, giudicando assurdo quello che chiedevamo: destinazione del 25 per cento degli alloggi all'emergenza, anagrafe delle utenze, contrasto all'abusivismo... e invece oggi arriva tutto questo. Evidentemente non sbagliavamo, evidentemente si sbagliavano altri”.
Dalle famiglie sono arrivati via social anche i ringraziamenti a Ottopagine e Ottochannel per la visibilità e il sostegno dati alla vicenda che li riguardava.
Si partì nel settembre del 2013 quando un gruppo di famiglie occupò un palazzo privato in Via Episcopio: una occupazione vera, ma simbolica, per spingere città e istituzioni ad aprire gli occhi su un'emergenza a loro dire ignorata. L'interlocuzione con le istituzioni non andò bene e ne seguì uno sgombero completamente sbagliato per tempistica e modi. Quaranta celerini da Napoli in assetto anti sommossa di fronte a famiglie con bambini, anziani, disabili e persone che non avrebbero mai pensato di far resistenza. Immagini brutte: una ferita sulla pelle della città vedere quei bambini terrorizzati e inconsapevoli di fronte a divise, ambulanze e camioncini a portar via le loro cose. Le hanno ripescate oggi i senza casa quelle immagini: una foto scattata proprio da Ottopagine, una bimba di pochi anni sola, dietro i manganelli dei celerini, che osserva preoccupata la mamma, il papà e i fratellini raccogliere in fretta le loro cose per andar via. Da groppo in gola.


Da lì si aprì a tutti gli effetti la vertenza: l'accordo tampone trovato prevedeva la sistemazione temporanea nelle scuole non più utilizzate per le attività didattiche, San Modesto e Ponticelli. Situazione che avrebbe dovuto essere temporanea, appunto, ma nel paese in cui alcune persone vivono ancora nelle “situazioni temporanee” post terremoto del 1980 era immaginabile che la quantificazione del temporaneo fosse decisamente aleatoria.

Tanti altri sono stati i momenti di tensione, tra minacce di portar via i figli ai manifestanti, altri sgomberi come quello per l'occupazione del palazzo delle Orsoline, scontri in manifestazioni in città, fino a prendere in considerazione l'idea che quelle rivendicazioni probabilmente non erano così folli, tenendo in conto ovviamente il contesto, l'assenza sia di bacchette magiche che di risorse economiche e i tempi burocratici che impedivano una risoluzione repentina della vicenda.
Dopo cinque anni e salvo intoppi dunque la vertenza è andata a risoluzione: quella bimba, ormai grande, può far sparire dagli occhi il velo di tristezza di allora e sorridere, finalmente.

di Cristiano Vella