(effe) - Nunzia si è arresa. Ma chiede l'onore delle armi per aver difeso, fin dove ha potuto, fin come ha potuto, i suoi confini, la terra che la rappresenta. Affidando il suo armistizio a un post sul suo profilo social, la parlamentare azzurra ha avviato una sorta di corrispondenza con i suoi sostenitori, missive da un confino cui è stata relegata da un sistema che nega le radici a chi fa politica.
Lo pubblichiamo integralmente perché val la pena leggere come, al di là del richiamo al tricolore che è sempre fastidiosamente ruffiano, una persona ferita (politicamente, ovviamente) trova il bandolo della matassa utilizzando i valori della fedeltà e della dignità personale. Il vero per sé ribalta tutto il carico sugli altri: assecondando il gioco del contrario, attribuisce a terzi l'accezione negativa con il concetto “io non sono così”: “...finte coerenze... poltrona... affari... persone perbene”.
Bacchettate e puntualizzazioni hanno un loro perché, ma si perde forza quando non si fanno i nomi e i cognomi. Con questo post, riteniamo, Nunzia De Girolamo ha voluto in qualche modo spiegare e giustificare l'allontanamento dalla campagna elettorale viva, e soprattutto vera, dalla sfida uno contro uno nel collegio maggioritario sul territorio.
Ma scrivere “... Io da Bologna combatterò sotto la bandiera del mio partito e di forza Silvio...” non può, non deve passare come un messaggio politico. Certi allontanamenti abbiamo imparato ad amarli studiando Pellico, leggendo Gramsci, amando la struggente malinconia del Neruda esule. Per cui il patriottismo lasciamo nei libri di storia, quelli teniamoli al riparo dalla campagna elettorale.
Ecco il post nella sua versione integrale:
Io ho sempre avuto una sola bandiera nella mia vita di donna, di politico, di rappresentante delle istituzioni e cioè la bandiera dell’Italia. Io ho sempre avuto un solo presidente Silvio Berlusconi e lui (che ho sentito ieri sera ) sa tutto e comprende tutto. Molti altri dietro finte coerenze hanno nascosto solo la bandiera della poltrona o degli affari. Della gestione o del regolamento di conti.
Io mi sono dimessa da tutto. Sempre. Non ho esitato a farlo consapevole che la dignità ed il rispetto delle istituzioni vale di più del potere. Sono tornata a casa mia, in Forza Italia tre anni fa, quando il mio partito era sotto l’8% e tutti andavano con Renzi e con il Governo, convinti ancora una volta che Berlusconi fosse finito.
Sono sicura che dopo il 5 marzo ci sarà una nuova Italia e spero con tutto il cuore che ci sarà anche una nuova Forza Italia. Io da Bologna combatterò sotto la bandiera del mio partito e di forza Silvio per restituire le nostre città ai cittadini italiani e per ridare a questo Paese sicurezza, dignità, forza, merito, etica, competenza, lavoro, speranza. Viva l’Italia e viva le tante persone perbene che con sacrificio e responsabilità amano questo Paese e la buona politica!