“Adesso che dalla conferenza stampa di chiusura di Città Spettacolo abbiamo appreso che verrà confermato lo stesso format anche per il 2018, siamo tutti più sollevati. E anche curiosi di sapere cosa si inventeranno dopo il trash-spot nel supermercato con veline e carramba boys, la mostra di quadri di un consigliere comunale, la tappa di Miss Mondo organizzata dal figlio del presidente della Commissione Cultura, i concerti e le esibizioni di parenti e amici del cerchio magico”.
I gruppi Consiliari Pd e Del Vecchio Sindaco a Palazzo Mosti tornano ancora sulla questione città Spettacolo e senza mezzi termini affermano: “E’ proprio il caso di dire che se la cantano e se la suonano da soli. Come se non bastasse, l’ultimo giorno è stato celebrato il funerale in bianco di una manifestazione che era un omaggio al teatro e oggi di teatrale ha solo il modus operandi, che è stata completamente svuotata del suo spirito originario e riempita con salsicce e porchetta, caciocavallo e peperoni, artisti da centro geriatrico e fenomeni da baraccone, che ha fatto la fortuna solo degli espositori temporanei. Ricordiamo a Mastella e Giordano – scrivono i consiglieri di opposizione - che la cultura popolare è altra cosa, è un insieme di idee, immagini, visioni, costumi, è il legame con le tradizioni che si può dimostrare in mille modi, ma non certo con bancarelle che distribuiscono cibarie di ogni tipo. Un tempo Città Spettacolo era sinonimo di eleganza, stile, innovazione, ma soprattutto sobrietà. Oggi è un contenitore dove coesiste un non meglio precisato miscuglio di eventi senza un filo conduttore, una “corrida” che dà modo di esibirsi ad amici della prima e della seconda ora, cortigiani/e che si atteggiano a uomini e donne di spettacolo, e soprattutto a chiunque si svegli la mattina convinto di essere un’artista. Una kermesse all’insegna dell’anarchia più totale, dove – spiegano dal Pd - non si capisce se i venditori ambulanti e i vari stand (a differenza degli esercenti) paghino il suolo pubblico e da quali edifici abbiano attinto la corrente, inaccessibile ai diversamente abili, priva di bagni chimici e con approssimativi standard di sicurezza in occasioni dei principali concerti, che ha trasformato il centro storico in discoteca a cielo aperto pompando musica fino a notte inoltrata in barba ai poveri residenti. Senza contare che ha lasciato diversi “ricordini”, come le fioriere spostate e rimaste in bella mostra nel parcheggio adiacente la Prefettura e cumuli di immondizia nei vicoli non ancora rimossi. Da Città Spettacolo a Città Cenacolo il passo è stato davvero brevissimo. Ma tanto cosa volete che sia, per loro contano i numeri, al diavolo i detrattori radical chic. E pazienza se la qualità l’hanno seppellita e ai vari Gregoretti, Giacchieri, Rigillo, Costanzo, Cappuccio, Moscato e Baffi hanno procurato un radical shock”.