Mensa: "Si partirà in ritardo, troppi punti critici"

Regolamento verso l'ok in consiglio, ma tante sono le critiche della minoranza

Benevento.  

Non dovrebbe esserci alcun problema in consiglio comunale per il regolamento relativo alla mensa scolastica per l'anno 2017/2018, date le dichiarazioni di voto favorevole da parte della maggioranza. Fortemente critiche però le opposizioni, che hanno opposto netta contrarietà all'obbligatorietà del servizio, inserita nel regolamento, e alla tempistica con cui si sta affrontando la questione.
A partire dai Cinque Stelle, con Sguera che ha parlato di “iniziativa aberrante, regolamento nullo e illegittimo che porterà danni enormi. Il metodo decisionista è completamente sbagliato, bisognava discuterne”.
Anche De Pierro, capogruppo Pd, ha manifestato la propria contrarietà: “Si era detto che la refezione sarebbe stata il primo dei problemi risolto da Mastella, così non è stato, anzi, c'è stato un record negativo, con la chiusura della mensa prima di fine anno. Il vincolo dell'obbligatorietà di certo non risolve il problema”.
E poi c'è il nodo dei tempi, poiché, approvando il regolamento ora, e senza far partire le gare d'appalto, il servizio partirà quando le attività scolastiche saranno già iniziate da un pezzo, lo ha dichiarato il coordinatore dei gruppi Pd Del Vecchio: “Oggi è il 10 di luglio, scuole iniziano a metà settembre e noi non abbiamo gara. Prima di affidare il servizio serve un bando, per cui serve la pubblicazione per legge di 54 giorni, dopodichè ci sono procedure per affidamento del servizio e per l'appalto. Quindi, era stato detto “Votatemi perché cambierò il sistema”, e poi ci ritroviamo con lo stesso sistema di prima, e soprattutto senza la gara. I bambini inizieranno la scuola e non avranno i pasti”.
Sul ritardo e su altri aspetti è intervenuta la consigliera Pedà, che in passato si era occupata della mensa, lasciando l'incarico in polemica per gli ostacoli incontrati: “Siamo in ritardo fortissimo. Oggi si poteva già fare il bando di gara. Su altri argomenti le commissioni viaggiano spedite. La minoranza andava interpellata, così non è stato. Mi era stato chiesto di rientrare e di tornare a occuparmi della questione: ho detto no, no perché non ho più fiducia”.  

Crisvel