"Il temuto flop di partecipazione per la scelta del "vecchio" nuovo segretario nazionale, paventato alla vigilia delle primarie del 30 aprile dai vertici nazionali del Pd, si è verificato." Inizia così la nota di Noi Sanniti per l’Italia.
"Il dato emerso è infatti sconfortante, soprattutto se letto in chiave politico elettorale. Un chiaro sintomo dello svuotamento di idee, nonostante gli incontri al Lingotto di Torino, e della disaffezione che gli elettori manifestano ormai da anni nei confronti di questo partito.
A livello nazionale la partecipazione in dieci anni si è quasi dimezzata. Dai 3 milioni e 500 mila del 2007, anno di fondazione del Pd, si è passati ai 3 milioni e 100 mila del 2009, ai 2 milioni e 800 del 2013, fino a scendere all’odierno 1 milione e 500 mila.
La perdita di circa il 45 per cento dei suoi elettori non sembra però minimamente preoccupare i dirigenti del Pd, almeno secondo le dichiarazioni rilasciate il giorno dopo delle primarie.
Le teorie sulla decrescita felice dell’economista-filosofo francese, Serge Latouche, hanno probabilmente contagiato così tanto i dirigenti del Pd, da farle ritenere applicabili anche al calo dei consensi elettorali.
La forte diminuzione di partecipazione si è manifestata anche nel Sannio, in particolare nel città capoluogo. Nella "fantastica prova" di "grande partecipazione democratica e vitalità" - così è stato definito l'evento da alcuni dirigenti locali - il Partito Democratico ha perso oltre un terzo dei suoi elettori rispetto alla precedente ed analoga consultazione. Nonostante ciò, nel Pd, sono tutti felici."
Redazione Bn